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Agrigento. Gestione Acqua Pubblica. Il Coordinamento Titano: “ATI. Ennesimo buco nell’acqua”

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“In seguito ai due provvedimenti partiti dalla Regione Sicilia nei confronti dell’Ati Idrico di Agrigento, ci si sarebbe aspettato che quest’ultima nella seduta del 28 febbraio c.a. rispondesse con elementi documentali alle sollecitazioni, in ultima istanza pervenute dalla Regione, ma invero richieste e sollecitate numerose volte dalle associazioni e da questo coordinamento”. Inizia così la nota stampa a firma del Coordinamento Titano, ormai capifila della lotta per la gestione dell’acqua pubblica. Dopo l’assemblea del 28 febbraio, purtroppo non si è arrivati alla soluzione prevista dallo stesso Coordinamento e dalle varie associazioni a sostegno.
“Con il decreto 510 del 5 febbraio del Presidente della Regione- si legge nella nota stampa- viene nominato un commissario ad acta (Ing. Girolamo Galizzi già dimessosi dall’incarico) con il preciso compito di redigere il Piano d’Ambito di cui all’art.149, D.lgs 3 aprile 2006 n.152 ed avviare la procedura di assegnazione del Servizio Idrico Integrato ad un gestore unico d’ambito secondo le modalità deliberate dall’Assemblea Territoriale Idrica il 27 settembre scorso (Azienda Speciale Consortile).
Con la successiva diffida del 17 febbraio a firma dell’ing. Salvatore Cocina, entro trenta giorni si chiede all’ATI di Agrigento il completamento del riconoscimento dell’art.147 comma 2 bis del D.lgs.152/2006 nei riguardi dei comuni che ne possiedono i requisiti; l’avviamento delle procedure per l’aquisizione delle reti e degli impianti indispensabili alla gestione unica d’ambito non ancora acquisite ed in ultimo l’approvazione dell’aggiornamento biennale delle predisposizioni tariffarie del servizio idrico integrato per il periodo 2018/2019.
Il provvedimento di nomina del commissario ad acta sembra (la cautela è d’obbligo) oggi sospeso in seguito alle dimissioni del ing. Galizzi. Resta in piedi la diffida ad adempiere del 17 febbraio.
Comunque la si pensi nei confronti dei citati provvedimenti, il fatto incontestabile è l’interesse da parte della Regione di accedere alle risorse pubbliche stanziate per il periodo 2021/2027, senza le quali l’Ati di Agrigento, insieme alle altre province, non potrà avviare le tanto attese opere di rifacimento delle reti e dei depuratori, di vitale importanza per la tenuta e per la qualità della futura gestione del Servizio Idrico Integrato. Il traguardo si avvicina pericolosamente e dal Dipartimento Regionale Acqua e Rifiuti si manifesta esplicito e circostanziato l’imperativo per l’Ati di sciogliere quei nodi ancora irrisolti senza i quali non si potrà mettere a regime la costituenda Azienda Consortile, con il duplice disastroso effetto di perdere i finanziamenti 2021/2027 e di andare incontro al “rischio della sospensione del servizio idrico per deficit finanziario strutturale” paventato dai commissari prefettizi con una nota del 14 febbraio, prot.n.13825.
È necessario ribadire, alla luce della gravità dello scenario che ci si pone innanzi, che ora più che mai l’Ati deve far seguire i fatti alle parole.
Già nel febbraio del 2019 con delibera numero 80, l’Assessore Regionale Pierobon chiedeva alle Ati di metter mano alla redazione o all’aggiornamento dei piani d’ambito dando sessanta giorni di tempo, trascorsi i quali, avrebbe attivato i poteri sostitutivi (i commissariamenti) previsti dall’art.172 del D.Lgs. 152/2006. Da allora di giorni ne sono passati trecentosessanta. Ulteriore sollecito è arrivato all’Ati di Agrigento con la diffida del 10 ottobre del 2019, con la quale si davano altri trenta giorni di tempo per produrre l’aggiornamento del P.A. del quale ancora non v’era traccia. Solo con una nota dell’8 novembre 2019 (due giorni prima che scadessero i trenta giorni previsti dalla diffida) l’Ati di Agrigento chiede la sospensione del provvedimento di diffida, facendo sapere che l’aggiornamento del P.A. era stato affidato (molto tardivamente) alla società ministeriale SOGESID. Ad oggi questo incarico non ha ancora prodotto alcun risultato visibile. Altro provvedimento ad oggi privo di sostanza è la verifica della sussistenza dei presupposti per il riconoscimento della gestione autonoma prevista dall’art.147 del D.Lgs. 152/2006.
Riguardo a ciò, dalla stessa diffida del 17 febbraio si legge : “[…]tale fattispecie non consente di definire univocamente il perimetro della gestione unica con le relative refleunze in ordine alla elaborazione del Piano d’Ambito e del Piano Economico Finanziario che , come noto, costituiscono presupposto inderogabile per poter accedere alle risorse pubbliche 2021/2027 […]”.
Ora l’Ati di Agrigento, in risposta a questi provvedimenti, può stracciarsi le vesti e “buttarla in politica (o incaciara se si preferisce)” o produrre speditamente, non più rassicurazione che le cose si stiano facendo, ma le prove documentali che gli adempimenti siano già fatti. Il tempo è scaduto e il treno sta per fischiare.
P.S. Riguardo agli attacchi partiti dall’assemblea nei confronti delle associazioni “non allineate” rammentiamo che il sale della democrazia di cui è facile riempirsi la bocca non è il diritto di applauso (quella sarebbe piuttosto dittatura), ma il diritto di critica e di confronto al quale non intediamo sottrarci ne fare sconti a chicchessia;
P.P.S. Un ringraziamento particolare va all’Onorevole Margherita La Rocca Ruvolo per aver ricordato in assemblea il compianto Gaetano Milioto, neanche lui era intenzionato a far sconti a nessuno”.