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Crisi Aica: Il Sindaco di Favara lancia l’allarme sulla gestione idrica pubblica

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La società Aica si trova ad affrontare una delle fasi più critiche della sua esistenza. A denunciarlo è il sindaco di Favara, Antonio Palumbo, con un post su Facebook in cui mette in evidenza il grave rischio di collasso della consortile idrica pubblica. “Oggi l’Aica rischia concretamente di naufragare sotto il peso dei debiti mentre le nostre strade sprofondano a causa delle mancate manutenzioni e centinaia di litri d’acqua si disperdono, in spregio alle tante famiglie che ancora oggi sono costrette a vivere con risorse idriche razionate”, scrive il primo cittadino. Il sindaco Palumbo invita tutti i suoi colleghi ad assumersi le proprie responsabilità, sottolineando come sia necessario superare le divisioni politiche per garantire la tenuta del sistema idrico pubblico. “Al netto delle difficoltà oggettive e degli errori gestionali di Aica, la consortile idrica pubblica è l’unica realtà che ci separa da un ritorno dei privati, che in tanti sembrano quasi auspicare”. Uno dei problemi principali denunciati dal sindaco è il mancato pagamento da parte di diversi Comuni di importi significativi, tra cui le fatture per l’acqua utilizzata dalle strutture pubbliche e il prestito assegnato dalla Regione per la costituzione della società. Questo comportamento, definito “irresponsabile, miope e spesso anche doloso”, sta compromettendo la sopravvivenza di Aica, che ormai non riesce più a far fronte ai pagamenti per le imprese che si occupano di manutenzione e riparazioni. La situazione si fa sempre più insostenibile, con gravi ripercussioni sui cittadini, che rischiano di subire ulteriori disagi nella gestione dell’acqua. “Non possiamo più permettercelo”, afferma Palumbo, facendo appello ai sindaci affinché mettano da parte interessi politici e di parte per salvaguardare la gestione pubblica dell’acqua. “Se poi c’è chi spera che i grandi gruppi di potere economico tornino a mettere le mani sull’acqua, abbia almeno il coraggio di dirlo apertamente”. La crisi di Aica solleva, dunque, interrogativi importanti sul futuro della gestione dell’acqua in provincia e sulla necessità di una maggiore collaborazione tra gli enti locali per evitare il fallimento della società e la conseguente privatizzazione del servizio.

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