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DISSESTO ECONOMICO-FINANZIARIO DI AICA – RISCHIO DI AUMENTO DELLA TARIFFA – NECESSARIO L’INTERVENTO DELL’ATI

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La crisi economico-finanziaria di AICA non accenna ad arrestarsi e quantunque non vi sono le con- dizioni tecniche e normative, da AICA provengono indicazioni di un concreto rischio di dover ricor- rere ad un ulteriore aumento tariffario, totalmente illegittimo. La Consulta ha stigmatizzato in pas- sato il già avvenuto aumento tariffario, quantificabile in un inaccettabile + 27 %. Inaccettabile per- chè non commisurato ad un corrispondente miglioramento del servizio, e non corrispondente ai principi tariffari di legge determinati da ARERA; il servizio al contrario ha fatto passi indietro, non accompagnato da adeguati interventi di risanamento per il ripristino dell’equilibrio economico-fi- nanziario dell’Azienda.

Il Consiglio di Amministrazione, consultato più volte, riferisce di capitoli di spesa “incomprimibili”, concetto che la scrivente ha smentito più volte da quando si è insediata, propo- nendo numerose strategie volte proprio a “comprimere” alcune voci, le due più pesanti su tutte: la diminuzione dell’acquisto di acqua da Siciliacque (sulla cui relazione commerciale e sua eventuale legittimità è doveroso, e gli compete, l’intervento dell’ATI IDRICO) attraverso la ricerca di fonti di approvvigionamento alternative e l’attuazione di politiche di risparmio energetico. Queste due strade (come anche il perseguimento degli abusivi e dei furti d’acqua) sono state perseguite da AICA con risultati non sufficienti. I capitoli di spesa di AICA non solo sono “comprimibili”, ma devono essere verificati, considerate le criticità e carenze nel controllo. Devono altresì essere affrontati i controlli dei costi con l’obiettivo del pareggio di bilancio e del miglioramento del servizio. In mancanza di tali adeguati controlli appaiono inattendibili aspetti e circostanze contabili-amministrative e funzio- nali del servizio, dunque ogni eventuale aumento delle tariffe sarebbe infondato. Non è accettabile che si voglia perseguire la strada dell’aumento tariffario per scaricare il costo delle inefficienze e dei mancati introiti sugli utenti, già vessati dalla crisi idrica estiva e da innumerevoli inefficienze del servizio.

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La Consulta ha richiamato più volte la necessità che la tematica del riequilibrio economico-finan- ziario e produttivo del Gestore venga affrontata (come previsto per norme e dalla convenzione fra ATI ed AICA) nella sede opportuna ossia in ATI. L’ATI è l’ente di governo del settore idrico, parte- cipato da tutti i Comuni dell’Ambito. Esso è corresponsabile, anzi il maggiore responsabile, della condizione di sofferenza del Gestore. In particolare è compito di ATI /Assemblea dei Sindaci:

– la perimetrazione dell’Ambito e la costituzione DELL’AMBITO UNICO;

  •   l’assegnazione di tutte le risorse idriche al gestore UNICO (anche quelle eccedenti ai Comu-

    ni salvaguardati);

  •   lo scioglimento dei gestori illegittimi Voltano e Tre Sorgenti e il trasferimento delle relative

    risorse, infrastrutture, impianti e utenze al GESTORE UNICO;

  •   la cessione del servizio da parte dei Comuni non salvaguardati Camastra e Palma di Monte-

    chiaro;

  •   La definizione di una TARIFFA UNICA D’AMBITO secondo direttive ARERA;
  •   la conversione delle 25.000 utenze da forfait a consumo secondo dettato normativo Arera.
  •   Ad ATI vengono assegnati i fondi e i finanziamenti relativi ai progetti di manutenzione

    straordinaria, ma l’accesso a tali fondi è subordinato alla costituzione dell’Ambito Unico.

  •   Porre nelle opportune sedi regionali la risoluzione dei rapporti con il gestore di Sovrambito

    Siciliacque favorendo il progressivo abbassamento della dipendenza idrica di AICA.

  •   Rivendicare i rimborsi del corrispettivo di acqua prelevata dalla fonte di Santo Stefano di

    Quisquina dall’azienda privata SICON.

    A questo elenco di inadempienze, non esaustivo, delle iniziative attese da quattro anni da parte di ATI vanno aggiunte le iniziative di competenza dei Comuni soci di AICA, come il mancato paga- mento delle utenze comunali e il mancato ripianamento dei debiti di bilancio delle annualità 2021 e 2022. Per quanto qui sostenuto SI CHIEDE:

    L’INTERVENTO DELL’ASSEMBLEA TERRITORIALE IDRICA, CORRESPONSABILE NEL DISSESTO FINANZIARIO DEL GESTORE, NELLA RISOLUZIONE DELLE INADEMPIENZE SOPRA ELENCATE, RICORDANDO CHE ULTERIORI RINVII E TEMPOREGGIAMENTI COSTITUISCONO GRAVE NOCUMENTO A DANNO DEL PATRIMONIO PUBBLICO, DEL- L’ERARIO, DEI DIRITTI DEGLI UTENTI, E PURTROPPO APRIREBBE LE PORTE A FUTU- RE, SEMPRE PIU’ CONCRETE, PRIVATIZZAZIONI. È necessario scongiurare questo rischio in quanto AICA, se gestita secondo i dettati di legge e buone pratiche, potrebbe funzionare con effi- cienza ed efficacia, in equilibrio economico-finanziario.