Favara Politica Primo piano

FAvara. diciamoci la verità

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Quello a cui assistiamo a Favara, nella versione amministrativa della generazione rivoluzionaria  a 5S, che ha sedotto l’elettorato con una rappresentazione di un’altra gestione pubblica possibile, è solo l’ultima in ordine di tempo  che ci consegna la durezza dei fatti e la evanescenza delle chiacchiere usate come armi contro gli avversari per accaparrarsi il consenso in campagna elettorale.

L’impressione che si ricava guardando con distacco critico gli avvenimenti  di questi due inutili anni trascorsi è che non si possa nemmeno invocare la malafede della dirigenza politica come, in forma consolatoria, si faceva negli anni ottanta, oggi c’è dell’altro! Di peggio se fosse possibile.

COOPERATIVA SANTANNA

Si tratta di adeguatezza della classe politica a fronteggiare il quotidiano immaginando il futuro di una città che continuerà ad esistere dopo la sbornia rivoluzionaria.

Continuiamo a essere ostaggio delle pessime condizioni della città e dei suoi servizi ignorando un rigoroso esame delle condizioni strutturali della macchina amministrativa comunale e ancora piu’ grave bypassando  l’ostacolo di una riorganizzazione degli uffici e della loro efficacia  come l’individuo con fiatone si appella alla comprensione del suo interlocutore perché non ce la fa.

L’esternalizzazione del servizio di riscossione è un’altra prova della dissimulazione di una sostanziale impotenza a rimuovere gli ostacoli che si frappongono all’ordinato funzionamento della complessa attività amministrativa.

Sembra di assistere  ad una stanca ed esasperata ripetizione di comportamenti di chi non vede la propria opera proiettata nel futuro della città e conta i giorni che li separa dalla fine.

Non c’è nessuno che sappia illustrare una visione di futuro per la città nemmeno nel breve periodo, altro che rivoluzione ineluttabile emanata” dall’uomo politico nuovo”.

Voler continuare  sorvolare sulle cause dei nostri problemi domestici è come affrontare un lungo viaggio con una vecchia automobile per poi scoprire che andava messa a punto prima di partire.

Buttiamo giu’ la maschera il nostro è un comune complicato da amministrare, occorrono atti e decisioni che non incontrano la popolarità come nel film di Ficarra e Picone l’ora legale.

Scontiamo un deficit di convergenze su obiettivi collettivi e di interesse generale nelle istituzioni locali come nella stessa società civile affetta da un insano individualismo in troppi dei suoi componenti.

Non si vince questa scommessa senza la capacità di far emergere la “ maggioranza silenziosa” che mugugna e sta alla finestra . L’amministrazione è passata dalla casa di vetro promessa, al bunker  contro i trasformisti della sua stessa maggioranza.

E’ questo il vero” delitto  politico “ consumatosi,  in questa era della politica digitale, aver sprecato come i predecessori un consenso formidabile su un progetto di cambiamento di un sistema di cui avevano solo sentito parlare e che ora non sono disposti a cambiare rivelando il lato conformista di una generazione politica  che scambia la semplificazione con la semplicità, dove la prima aggrava i problemi, mentre la seconda contribuisce a creare alleanze per la loro soluzione.

Non potendo imputare la stagnazione ai compagni di coalizione come fanno nel Governo Nazionale, La Sindaca ricorre all’accusa dei suoi oppositori interni che altrove è normale dialettica interna che trova sintesi, mentre qui assume le fattezze dello scandalo della profanazione.

Non  possiamo dire del resto, che nel frattempo sia sorta in città una proposta alternativa che non sia la quotidiana dose di posts su face book  che sarà anche utile, ma non fa una politica.

E questa è l ‘altra faccia dell’inutilità degli ultimi due anni di vita pubblica.