Favara Politica Primo piano

Il gettone e la rappresentanza un tema di politica

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Il tema dell’adeguamento del gettone di presenza posto all’ordine del giorno del Consiglio Comunale di Favara ci interroga, piu’ che sulla compatibilità finanziaria con I conti del Comune. Sul tema della rappresentanza dello stesso organo democratico.

E’ il concetto stesso di rappresentatività che subisce una torsione al di là della legittimità della proposta. L’incremento di per sè non cambierà significativamente le piaghe finanziarie dell’Ente Locale e rileva inconsapevolmente o meno, che tra gli eletti al Consiglio comunale e I cittadini non c’è nulla.

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Questi ultimi assolto il compito assegnatogli come corpo elettorale non svolgono alcuna funzione di controllo e di stimolo attraverso formazioni politiche, che invece sono chiamate a restare sulla scena, con visione di medio e lungo periodo sulla qualità della vita cittadina e di connessione sui temi nazionali, che non sono altro rispetto alla vita delle persone e da cui vorrebbero un approfondimento.

Se le formazioni politiche presenti in Consiglio Comunale fossero davvero rappresentative il tema dell’ adeguamento non si sarebbe nemmeno posto atteso che l’umore dei loro stessi rappresentati l’avrebbe scoraggiato. Ma non è piu’ cosi! Dicono che siamo in epoca post ideologica e non c’è posto per partiti strutturati di massa che l’epoca digitale non necessita della presenza fisica per la partecipazione ed è tutto virtuale.

Sarebbe vero se una formazione come I 5 stelle della prima ora, molto digitali, non avessero avuto il seguito ottenuto come invece è avvenuto nelle piazza e nelle urne; Sarebbe vero se non ci fosse la capacità di mobilitazione dei sovranisti cui assistiamo.

E’ vero invece che si tratta di capacità dei contenuti e della capacità di interpetarle da parte della classe dirigente.

Nel paese dove resistono ancora soggetti che si fanno chiamare partiti si registrano I casi di politici qualificati e amministratori eletti da una base elettorale di un partito acefalo che indugia a darsi una classe dirigente rappresentativa. Nel Pd locale non c’è un congresso in vista non un numero di telefono per parafrasare Kissinger dove chiamare per capire di piu’ sui referendum del 12 Giugno p.v. sulla giustizia, sull’ Europa minacciata dall’espansione bellica, sul bilancio della Regione Sicilia che ancora non c’è. Non che gli altri stiano meglio persino la rinata D.C. non trova il tempo per la politica e dire che sarebbe stato l’obiettivo del parto.

Macchine elettorali indifferenti alla minaccia dell’astensione, comitati di scopo senza storia, alleanze senza futuro che una città indifferente osserva senza illusioni. E’ difficile la differenza dalla distanza che separa il “palazzo” dalla piazza.

Per quanto taluni alla guida del paese si affannino a svolgere con prestigio personale le loro pubbliche funzioni senza il coinvolgimento del sentiment della città non c’è scampo.

E’ quella la funzione dei partiti ,con tecniche moderne e con altre diavolerie, includere aiutare la partecipazione e avere un numero a cui poter chiamare.

Una sinistra moderata è stata chiamata alla responsabilità della guida del paese per implosione dei suoi competitors. Essa ha il dovere di allargare il consenso di una proposta politica che riguarda I temi delle persone dei loro bisogni, non solo di far quadrare I conti.

La rappresentatività in politica non e’ solo numeri e’ la proiezione di aspirazioni collettive nel teatro della vita comune.