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Il Partito democratico della provincia di Agrigento: “Giuseppe Sodano non ci rappresenta”

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“Giuseppe Sodano non ci rappresenta”. Inizia così la nota stampa diramata dal Partito democratico della provincia di Agrigento nella mattinata di oggi, domenica 28 gennaio.

Il Partito Democratico della provincia di Agrigento aveva rivendicato- si legge nel comunicato stampa a di Peppe Zambito, segretario provinciale del Pd- con un documento sottoscritto dai segretari dei circoli e approvato dalla direzione provinciale, il coinvolgimento del territorio nella selezione dei candidati alle elezioni politiche del 4 marzo. Un appello caduto nel vuoto. Abbiamo appreso i nomi dei candidati tramite gli organi di stampa senza nessuna possibilità di confronto. Una modalità che ha creato un malessere diffuso tra dirigenti e militanti, che rischia di tradursi in disimpegno in questa campagna elettorale, e che con molta probabilità, escluderà dal nuovo parlamento la rappresentanza parlamentare PD della provincia di Agrigento. A creare ulteriore disagio nel partito, la candidatura al collegio uninominale della Camera di Agrigento di Giuseppe Sodano, figlio dell’ex Sindaco di Agrigento Lillo Sodano. Nulla da ridire sul piano personale, preoccupata, invece, essere venuti a conoscenza delle sue simpatie per la destra di Nello Musumeci e la sua militanza in Generazione Futuro di Gianfranco Fini. Comprendiamo che in una coalizione gli alleati rivendichino spazio e che Agrigento sia stata “ceduta” in quota “Civica e Popolare” della Lorenzin, ma riteniamo che ciò non possa in nessun modo giustificare scelte che sono culturalmente distanti dai valori del centro sinistra e che stridono con la nostra storia. Ho fatto presente tale situazione a Lorenzo Guerini chiedendogli di intervenire con urgenza per scongiurare che il malessere già diffuso comprometta ulteriormente la già difficile campagna elettorale del Partito Democratico”. Dunque, degli uscenti parlamentari, romani o regionali, nessuno è stato confermato o, come hanno fatto sapere, non vogliono essere i “secondi”. Al contempo, degli altri nomi di possibili candidati della provincia agrigentina che giravano subito dopo le regionali siciliane, tra cui sindaci e consiglieri comunali, questi non sono stati presi in considerazione nelle scelte romane del Partito che è sempre meno “democratico” e sempre più di Renzi.