Alcune importanti testate giornalistiche italiane riportavano titoli di guerra diversi a seconda di dove sono avvenute i fatti: “Strage russa in Ucraina, 17 morti e 120 feriti”. “Spari sulla folla a Gaza, 51 morti e oltre 250 feriti”. Non ci trovate niente di strano, o sarebbe meglio dire, non ci vedete una doppia morale?
È vergognoso come vengano usate due pesi e due misure totalmente diverse, e parole fuorvianti per descrivere due atti criminosi. Il primo di guerra in Ucraina e il secondo di un genocidio a Gaza.
In Ucraina è strage e viene indicata il mandante la Russia, a Gaza invece si tratta di “spari”, indicare da parte di chi, come se i proiettili piovessero dal cielo, ovviamente non se ne parla. Una vergogna! Questa è informazione o propaganda?
Per i politici parlare a seconda la convenienza politica di schieramento pur se deprecabile, perché dovrebbero fare sempre gli interessi del popolo che rappresentano, risponde alla logica di parte.
Mi chiedo con rabbia, indignazione e sdegno perché i giornalisti che dovrebbero invece fare informazione invece risultano schierati quanto e come i politici di partito?
Forse perché anche loro tengono famiglia e devono rispondere al proprio editore?
Ma perché gli editori sono così fortemente schierati come se fossero dei partiti?
Questo è solo un esempio per dire che in Italia abbiamo un grossissimo problema di informazione democratica, non è un caso se risultiamo degnamente piazzati al 49° posto appunto per libertà di informazione.
Ricercate con Google troverete: “Nel 2025, l’Italia ha perso tre posizioni nella classifica mondiale sulla libertà di stampa, scendendo al 49º posto su 180 Paesi analizzati da Reporter Senza Frontiere (RSF). Questo dato indica un peggioramento della situazione per la libertà di stampa nel paese, con una diminuzione del punteggio complessivo da 69,8 a 68,01 su 100. RSF evidenzia criticità legate all’ingerenza politica nei media pubblici e alla pressione economica sui giornalisti”.
Tutte le testate giornalistiche ormai sono nelle mani di quattro- cinque editori che decidono che tipo di opinione i cittadini italiani devono formarsi!
Il giudizio muta a seconda degli attori in campo, se amici o nemici, se simpatici o antipatici, se vicini o lontani. Ormai viviamo in totale anarchia che fa ritenere che ciascun Paese possa attaccare chi gli pare, come gli pare e soprattutto quando gli pare.
Siamo certi che l’Iran possiede la bomba nucleare nonostante l’Aiea, l’agenzia che controlla i siti, abbia riferito di non avere alcuna certezza? Visto che tutti abbiamo la memoria corta, mi riferisco ai giornalisti, ricordo che la guerra Saddam Hussein in Iraq fu scatenata perché possedeva “armi di distruzione di massa” che non si sono mai trovati nel silenzio della grande informazione?
Come può uno staterello di appena 10.000.000 di abitanti avere una tale forza economica e bellica da perpetrare un genocidio, dichiarare guerra all’Iran che ha 90.000.000 di abitanti, detenere armi nucleari e che però vorrebbe impedire all’Iran di possedere?
L’asimmetria delle informazioni propagandistiche orami non ha più né limiti né decenza.
Ecco la misura della nostra indignazione raccontata dalla stampa: compassionevoli con chi ci conviene, inflessibili con chi non gode del nostro favore.
foto Ansa