Politica Primo piano Sicilia

L’Unione provinciale del Partito Democratico di Agrigento: “Bisogna salvaguardare il rapporto con l’elettorato. È mancato il coinvolgimento dei territori”. All’appello è mancato il circolo di Favara.

Tutela AmbientebiowoodheaterSCUOLA GUARINO

 

 

COOPERATIVA SANTANNA

Sono trascorsi solo pochi giorni dell’incontro con la “base” del Partito democratico agrigentino per discutere e capire che direzione darsi per il prossimo appuntamento elettorale del 4 marzo.

Il documento, che è stato trasmesso per mezzo stampa già la sera della domenica stessa, sottolinea ancora una volta la fragilità di un Partito che è stato grande, ma il quale ha perso non solo i voti necessari- vedasi le scorse elezioni regionali siciliane- ma soprattutto consensi, seguito e passione. Accorato il documento, indirizzato a Matteo Renzi e al segretario regionale Fausto Raciti nel quale, con grande giustizia nei toni nel fare il mea culpa, si sottolinea che è venuta a mancare la “condivisione” sacrificata sull’altare di una politica verticistica e dirigenziale, che è risultata completamente fallimentare. In molti- troppi per la verità- si sono allontanati da questa una gestione troppo personalistica della carica politica ed adesso l’Unione provinciale del Partito democratico chiede che i “suoi circoli, i suoi dirigenti, i suoi amministratori e i suoi iscritti, il diritto di dare il proprio contributo per la selezione dei candidati del PD alle prossime elezioni politiche”.  A sottoscrivere il documento, oltre al segretario provinciale Giuseppe Zambito, la resp. Organizzazione Pd Agrigento Silvia Licata, il Presidente PD Agrigento Luigi Fiore, i componenti segreteria Provinciale, quasi tutti i circoli dei comuni agrigentini. Manca il circolo di Favara il quale, sebbene presente la consigliera Laura Mossuto all’incontro, non ha comunicato la sua adesione. Il perché di questa scelta ci auguriamo venga chiarita dal segretario Carmelo Vitello. Ma ritorneremo sull’argomento in un prossimo articolo.

 

Di seguito, vi alleghiamo integralmente il documento sottoscritto dall’Unione provinciale del Pd di Agrigento.

“A Matteo Renzi, A Fausto Raciti

Il difficile momento politico, che si sta attraversando, necessita di una grande e forte mobilitazione di tutti i Democratici, con il preciso intento di rivendicare quanto di buono fatto dal governo nazionale a guida PD, impedendo così che il populismo della destra e del movimento Cinque Stelle metta a rischio i grandi risultati raggiunti in questi anni sul piano sociale culturale ed economico. Per questo siamo convinti che la televisione e i social-network non possano rappresentare gli strumenti primari della prossima campagna elettorale ma che vada, invece, salvaguardato il rapporto diretto con gli elettori e con quella parte di cittadini, ormai stanchi e delusi, che hanno bisogno di punti di riferimento chiari e concreti, questo può realizzarsi solo grazie all’impegno e alla determinazione degli iscritti e dei volontari del Partito Democratico. Siamo già in campagna elettorale e si avverte il rischio di un preoccupante disimpegno anche tra coloro che in questi anni hanno creduto e sostenuto il progetto del Partito Democratico, partecipando con entusiasmo agli appuntamenti elettorali e di partito. Uomini e donne di questa provincia, a torto spesso considerata periferia, segnata da una politica clientelare e del male affare, si sono impegnati nel PD ritenendolo un importante luogo di confronto e partecipazione politica e civile. Oggi, purtroppo, questa caratteristica che ci ha sempre contraddistinto, sembra mancare, con sempre meno momenti di condivisione e sempre più scelte affidate ad un ristretto gruppo dirigente. Ciò è causa di un forte e crescente disagio e di una conseguente richiesta di maggiore coinvolgimento dei territori nelle decisioni del partito, soprattutto se tali decisioni possono influenzarne il futuro. Mancano poche settimane allo svolgimento delle elezioni politiche del 4 marzo e ad oggi non si conoscono i criteri di scelta dei candidati del Partito Democratico. Una situazione che preoccupa, a tutti i livelli, il partito della provincia di Agrigento che non è più disponibile a rinunciare al ruolo dei propri organismi, troppe volte mortificati da scelte verticistiche. Le ultime elezioni regionali, inoltre, hanno segnato profondamente l’elettorato del nostro partito, dimostrando che le scelte non condivise con l’anima del partito, producono scarso entusiasmo e risultati elettorali deludenti. Considerata l’ormai sostanziale impossibilità a svolgere le primarie, che pure sono lo strumento indicato dallo Statuto per la scelta delle candidature, riteniamo necessario il coinvolgimento degli organismi del Partito, che non possono venire declassati a semplici luoghi di ratifica di scelte calate dall’alto. È necessario aprire al più presto un confronto vero, con il coinvolgimento dei circoli che sono la struttura fondante del Partito Democratico ed evitare che parole quali partecipazione, democrazia dal basso, insieme ecc. rimangano soltanto degli slogan privi di concretezza. L’Unione provinciale del Partito Democratico di Agrigento, con i suoi circoli, i suoi dirigenti, i suoi amministratori e i suoi iscritti, rivendica il diritto di dare il proprio contributo per la selezione dei candidati del PD alle prossime elezioni politiche. Non è possibile immaginare che la scelta dei rappresentanti dei territori sia il frutto di alchimie e di equilibri correntizie, piuttosto che espressione del territorio stesso; per chi crede e vive la politica con passione ideologica finalizzata al bene comune, la condivisione delle scelte resta l’unica strada percorribile e vincente. Sollecitiamo con urgenza l’apertura di un confronto che garantisca la partecipazione alla vita politica e alle scelte del partito democratico, utile per ritrovare l’entusiasmo e per rinnovare l’impegno politico che in questi anni ci ha visti protagonisti con orgoglio. Il mancato coinvolgimento, il perpetrarsi di un atteggiamento verticistico, senza l’ascolto del territorio, rischia di svuotare di valore il patrimonio politico costruito in questi anni e di renderci simili a quei partiti e a quei movimenti che da sempre abbiamo criticato, ritenendoli poco democratici”.