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Politica. Mozione di sfiducia al sindaco di Favara

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Riceviamo e pubblichiamo

I sottoscritti Consiglieri Comunali Marilì Chiapparo, Sergio Caramazza, Rossana Castronovo e Vito Maglio, in carica presso il Comune di Favara, trasmettono la presente mozione di sfiducia nei confronti del Sindaco ai sensi dell’art. 52 D.Lgs.n.267/2000, ai sensi dell’art. 10 della L.R. della Regione Siciliana n. 35/1997, così come sostituito dall’art. 2, comma 1, della L. R. n. 25/2000 e modificato dall’art. 7 della legge elettorale n. 6  del 05.04.2011, pubblicata nella G.U.R.S. n. 16 dell’11.04.2011. 

COOPERATIVA SANTANNA

PREMESSA IN DIRITTO

La mozione di sfiducia al Sindaco rientra tra i provvedimenti del Consiglio comunale caratterizzati da una elevatissima discrezionalità, sindacabile solamente in caso di manifesta illogicità o evidente travisamento dei fatti (TAR Sicilia Catania, sez. III, 12 maggio 2011 – in senso conforme – Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Siciliana, 28 settembre 2007, n. 886).

In altri termini, la mozione di sfiducia al Sindaco rientra tra quei provvedimenti discrezionali la cui motivazione può essere anche incentrata su una diversità di orientamenti politici fra Sindaco e maggioranza consiliare, per cui non deve essere motivata in riferimento a precise inadempienze del Sindaco rispetto al programma in base al quale è stato eletto (cfr. anche TAR Sicilia Palermo, sez. I, 20 agosto 2007, n. 1955 – nonché, con riferimento alla normativa nazionale, TAR Lombardia Milano, sez. I, 5 febbraio 2009, n. 1145).

Sicché di fronte ad una “motivazione politica”, le eventuali ed ulteriori contestazioni di ripetute inadempienze e violazioni da parte del Sindaco rispetto al programma elettorale in base al quale è stato eletto risulterebbero “irrilevanti ed inutili”ai fini della legittimità dell’approvazione della mozione di sfiducia stessa, atteso che le ragioni politiche della sfiducia stessa sfuggono alla cognizione del Giudice amministrativo, alla luce della giurisprudenza sopra richiamata.

Tuttavia, ad abundantiam, nella presente mozione verranno passate in rassegna non solo le “motivazioni politiche” della sfiducia al Sindaco, ma anche quelle “giuridico-amministrative” per inadempienze al suo programma elettorale e per violazioni agli specifici obblighi che la legge impone al suo ruolo.

MOTIVAZIONE DI CARATTERE POLITICO

Nel giugno 2016 si sono tenute le elezioni amministrative nel comune di Favara per il rinnovo del consiglio comunale e l’elezione del nuovo Sindaco. Veniva eletto Sindaco della Città l’avvocato Anna Alba, a capo del Movimento 5 stelle. Nella lista che aveva appoggiato il Sindaco venivano eletti ben quattordici consiglieri comunali, gli altri dieci rimanenti andavano all’opposizione.

Nei tre di mandato, le minoranze del consiglio, nonostante il loro poco coinvolgimento da parte della maggioranza, si sono mostrate opposizioni costruttive e mai populiste. Nonostante ciò, i risultati sono sempre stati politicamente deludenti ed affidati spesso a forzature,quali ad esempio il disastroso approdo al dissesto finanziario che, per mancanza di un adeguato intervento dell’Amministrazione attiva, sta dissanguando i cittadini, già stremati da una crisi economica sempre più grave ed inarrestabile. Da allora, e nel tempo, si è registrata una palese frammentazione del quadro politico con le frequenti discussioni all’interno della stessa maggioranza, i cui consiglieri, in aperta polemica con il Sindaco, hanno spesso pubblicamente lamentato carenze ed inefficienze dell’Amministrazione. E’ chiaro che la disgregazione dei rapporti verificatasi tra il Sindaco e la Sua maggioranza  ha determinato un solco di divisione, distanza e contrasto tra Consiglio comunale e Sindaco e tra Sindaco e cittadini, sempre più sfiduciati da questa politica e da questo modo di amministrare la cosa pubblica; nonché una estrema difficoltà nel portare avanti un lavoro sereno ed efficace a tutto svantaggio della cittadinanza, bloccando, di fatto, numerosi atti amministrativi, imposti, tra l’altro, da precise disposizioni normative. A ciò si aggiunga un totale disorientamento politico ed amministrativo. Le dimissioni del vicesindaco, seguite da quelle del capogruppo consiliare di maggioranza, sono state un chiaro segnale dello scollamento tra gli stessi amministratori, così come lo sono stati anche le note stampa e gli interventi di alcuni consiglieri di maggioranza che, come si è verificato pure nel corso della discussione per l’approvazione del bilancio stabilmente riequilibrato, si sono dichiarati in totale disaccordo con l’operato del Sindaco. L’avere contestato all’Amministrazione,  in modo chiaro e palese, la mancata attuazione del programma elettorale proposto alla cittadinanza, dimostra che il Sindaco non dispone più di alcuna maggioranza, o quanto meno di una maggioranza stabile ed affidabile che gli permetta di governare regolarmente. Dato confermato, ulteriormente, dalla plateale non approvazione della proposta dell’Amministrazione comunale di trasferimento del mercato settimanale, nell’ultima seduta di Consiglio comunale. A ciò si aggiunga che, qualche giorno addietro, l’ex capogruppo del Movimento 5 stelle ha lasciato la maggioranza che sostiene l’Amministrazione Alba non sentendosi più di condividere l’attuale percorso politico, che si è rivelato fallimentare e che non ha portato i risultati promessi ai favaresi. E anche il rimpasto di giunta e la riassegnazione di deleghe fatti dal Sindaco, nell’evidente tentativo di ricompattare la propria maggioranza, hanno avuto il solo effetto di immobilizzare ancora di più l’attività dell’Amministrazione. Tanto è vero che, proprio in questi giorni, tre assessori su cinque hanno rassegnato le proprie dimissioni dichiarando che, in questi otto mesi di mandato, si sono sentiti “quasi un peso” e hanno dovuto operare “con il preciso intento di abbattere la resistenza” del Sindaco.  Evidente, anche, come spesso la maggioranza non sia in grado di mantenere il numero legale necessario per le sedute dei consigli comunali, tanto che, in più di una occasione,visto l’abbandono dall’aula e l’assenza, più o meno giustificata, di alcuni consiglieri di maggioranza, a tutto danno dell’immagine del ruolo istituzionale dell’Assise cittadina, la validità della seduta è stata garantita dall’opposizione, per non essere complice di una inaccettabile inerzia dell’Amministrazione e della Sua maggioranza. Ed ecco che il venir meno del rapporto di fiducia tra quei soggetti che assieme si erano presentati alla cittadinanza quasi tre anni fa, dimostra chiaramente il fallimento del progetto politico del Movimento 5 stelle che ha avuto accordata la fiducia della maggioranza dell’elettorato nelle scorse elezioni amministrative, ma la cui convivenza, oggi, si traduce in estrema sintesi nella valutazione molto seria, e condivisibile anche dall’esterno, che la Giunta Comunale e la maggioranza consiliare amministrano senza alcuna linea politica.

MOTIVAZIONE DI CARATTERE AMMINISTRATIVO: VIOLAZIONI DEL PROGRAMMA

Sono trascorsi tre anni dalla consultazione elettorale e può, dunque, farsi un bilancio puntuale dell’attività politico-amministrativa del Sindaco, al fine di dimostrare, in aggiunta a quanto già detto, come egli abbia sostanzialmente disatteso i contenuti del suo programma, peggiorando le condizioni generali del paese e facendolo arretrare in ogni settore amministrativo. Il Sindaco, come da programma, avrebbe dovuto aggredire e risolvere gran parte dei problemi atavici di Favara, quali: riorganizzazione del personale comunale,rifiuti, servizio idrico, manutenzione stradale, viabilità, traffico, verde pubblico, ville e giardini…

Ma nessuno di questi aspetti è stato mai adeguatamente affrontato e risolto;intere parti di quel programma  sono rimaste non attuate o peggio ancora stravolte. Altri impegni elettorali, che avevano precise scadenze di realizzazione, sono stati differiti fino a rendere improbabile che essi possano essere realizzati nel tempo di mandato, dimostrando un totale fallimento amministrativo.

E’ chiaro che il Sindaco, disattendendo il programma elettorale,ha violato il mandato politico popolare ricevuto. Il suo operato, in questi quasi tre anni, si è caratterizzato per gravi inadempienze ai più elementari dettami di correttezza e buona gestione politico-amministrativa, oltre che per gravi inadempienze programmatiche. Passiamo in rassegna tutte le inadempienze ai 10 punti di quel programma elettorale. 

Al punto 1 del programma elettorale“ReSet Comune”il Sindaco assumeva l’impegno di “gestire la macchina burocratica comunale con la valorizzazione di tutto il personale secondo logiche meritocratiche”.

Niente di tutto questo è stato realizzato ed è sotto gli occhi di tutti il malcontento del personale e dei cittadini e l’inefficienza dei servizi. 

Balza immediatamente agli occhi come l’attività politico-amministrativa è pesantemente ingessata e che gli Uffici Comunali non riescono a dare risposte ai bisogni elementari dei nostri concittadini, anche in ordine a richieste di ordinaria amministrazione. La parziale revisione dell’organizzazione degli uffici e del personale non ha determinato alcun miglioramento della macchina amministrativa, risultando sempre più farraginosa ed antieconomica. 

Al punto 2 del programma elettorale“Inclusione sociale e lotta alla povertàil Sindaco assumeva l’impegno di “creare un “fondo di solidarietà” alimentato dai risparmi e dalla razionalizzazione delle spese, quelli della politica e di gestione su tutti”.Nulla è stato fatto in merito, rimanendo detti impegni semplicemente propaganda elettorale e lettera morta. Il paese sprofonda sempre più nella disoccupazione, nella povertà e nella disperazione. Nessun adeguato sostegno umano ed economico è stato programmato per sostenere le famiglie in stato di povertà;per assicurare la continuità dei servizi;  per creare una rete di solidarietà umana o per incentivare le associazioni di volontariato. I dati statistici sono impressionanti e testimoniano una continua crescita della soglia di povertà, la mancanza di occasioni di lavoro e di impiego da parte soprattutto dei giovani. Il Sindaco ha spesso vantato la sua azione come migliorativa dei servizi esistenti ed innovativa rispetto alle forme dell’offerta. In realtà ha disatteso il suo stesso programma ed ha mortificato le associazioni di volontariato, anche quelle delle famiglie dei portatori di disabilità; l’erogazione per i  buoni libro e per il trasporto urbano e degli studenti è stata sospesa, le prestazioni economiche dei lavoratori del reddito minimo sono state spesso ritardate, con grave disagio per le famiglie. Il livello e la qualità dell’assistenza ai soggetti deboli e disagiati non solo non è stato potenziato ma, addirittura, è diminuito rispetto a quello assicurato nel passato.

 

Al punto 3 del programma elettorale“Legalità”il Sindaco assumeva l’impegno di “istituire un tavolo tecnico con le forze dell’ordine; messa a reddito dei beni confiscati; monitoraggio della macchina amministrativa”.Tutti impegni ed obblighi condivisibili ed importanti, peccato che il Sindaco non ne abbia realizzato nemmeno uno.

Al punto 4 del programma elettorale“Connettività, Informazione, Trasparenza e Partecipazione”il Sindaco si impegnava a “creare l’Albo dei cittadini in Giunta ovvero la partecipazione diretta dei cittadini alle riunioni di Giunta come un vero assessore ed avrà diritto di parola e di firma per tre mesi a turno. Cittadinanza digitale e possibilità di proporre atti deliberativi direttamente dai cittadini”. Il programma prevedeva che tutto sarebbe passato attraverso la forma della Democrazia Partecipata, garantita dal confronto con la popolazione nelle sue varie forme sociali: consulte popolari previste dallo Statuto Comunale o altre forme di consultazione popolare per l’autonomia del cittadino e delle istituzioni.

Inutile dire che non vi è stata alcuna partecipazione né al consiglio comunale, né alle commissioni, né tanto meno sono mai stati coinvolti i cittadini.

Al punto 5 del programma elettoraleRifiuti Zero”il Sindaco assumeva l’impegno“di differenziare per risparmiare, compostiere domestiche, raccoglitori automatici del vuoto a rendere”. 

L’impegno era quello di  promuovere la gestione in house con l’utilizzo del personale comunale e forme di modernizzazione del servizio, che sono rimasti solo un miraggio. Invece abbiamo dovuto prendere atto che la nostra Città è tra le più penalizzate per scarsa qualità del servizio, per la sospensione ricorrente  della raccolta dei rifiuti, per il pessimo servizio di spazzamento delle vie cittadine, per il degrado della pulizia e dell’efficienza dei contenitori. Il programma prevedeva una linea di strategia “Rifiuti Zero” e risparmio di spesa negli anni per il Comune ed i cittadini: niente di tutto questo è stato realizzato, anzi siamo ancora in attesa di una buona raccolta differenziata e dei benefici di un piano dei rifiuti presentato come panacea di tutti i mali. La città è sporca ovunque e a qualsiasi ora della giornata ed il recente sistema di raccolta dei rifiuti così detto “porta a porta” realizzato dall’Amministrazione fa sì che spesso i sacchetti restano in bella mostra, con degrado ambientale, pochissimo decoro urbano, esalazioni nocive, pericoli igienico-sanitari: facile è intuire cosa succede quando gli operatori ecologici sono in sciopero.

 

Al punto 6 del programma elettorale “Acqua pubblica e Energia” il Sindaco prendeva l’impegno di “modifica dello Statuto comunale per l’accesso all’acqua come diritto universale; quota giornaliera pro capite gratuita; ricerca di fondi per ristrutturare la rete idrica, distributori automatici di acqua da bere naturale e gassata; piano di sviluppo energetico con solare termico e fotovoltaico ed efficienza energetica in tutti gli edifici pubblici”. In merito all’Acqua, la Città, di fatto, continua a sopportare la brutale politica messa in campo da Girgenti Acque, con le numerose  inadempienze relative a larghi tratti di rete obsoleta, depuratore mal funzionante, turnazione da terzo mondo, contatori limitatamente diffusi e dalla dubbia funzionalità relativamente agli sfiati, cui non ha fatto seguito l’ovvia e necessaria revisione a ribasso delle tariffe, a compensazione della scarsa qualità del servizio. Anzi, a seguito delle suddette violazioni contrattuali poste in essere dall’ente gestore, il Consiglio comunale di Favara, in una prima seduta aperta, ha denunciato tali ripetuti disservizi, alla presenza di parecchi cittadini e del Sindaco che si è disinteressato totalmente della vicenda. Ancora più grave quello che è successo in un secondo consiglio comunale aperto, richiesto per discutere sulle “impreviste ed imprevedibili” dimissioni dall’ATI idrico del Sindaco, che, al confronto, ha preferito disertare la seduta.

In merito all’Energia, emblematico è il caso della  piscina comunale che è chiusa al pubblico da parecchio tempo perché il Sindaco e l’Amministrazione non trovano le risorse necessarie per poterla tenere aperta e perché non sono capaci di programmare interventi di energia alternativa per risparmiare i costi di gestione e/o di ottenere dei finanziamenti per renderla usufruibile al pubblico. Tutto ciò è gravissimo e non ha alcuna giustificazione, specialmente in un Comune dotato di contratto con una ESCO ed in cui è stato nominato un Energy Manager.

Al punto 7 del programma elettorale Economia e sviluppo sostenibile”l’impegno era quello diproduzione e promozione dell’agro-alimentare; acquisti eco-compatibili; incentivi alle Aziende che aprono attività sul territorio comunale”

Nel merito, nessun obiettivo è stato raggiunto per rendere più vivibile la nostra Città, non si è fatto  ricorso ai canali di finanziamento europei, nazionali e regionali, non si sono promossi i prodotti locali, artigianali e commerciali, non si è dato respiro alla realtà e potenzialità economiche locali. Al contrario, la crisi del settore è gravissima e non si è fatto nulla per contrastarla, anzi le attività locali sono state penalizzate da fiere, una fra tutte quella del cioccolato, con operatori estemporanei e di altre realtà economiche che hanno impoverito le nostre imprese, non ammesse alla manifestazione neanche dopo esplicita richiesta. Intere vie si sono svuotate di attività commerciali e negozi e di altri ci sarà a breve la chiusura. I dati testimoniano una continua mancanza di occasioni di lavoro e di impiego da parte soprattutto dei giovani, e le uniche occasioni di sviluppo e di occupazione sono da imputare all’iniziativa di alcuni coraggiosi privati. Dunque, nulla è stato fatto in merito, rimanendo detti impegni semplicemente propaganda elettorale e lettera morta.

Al punto 8 del programma elettorale Scuola e istruzione”il Sindaco si impegnava “per la gestione in house della mensa scolastica; sicurezza degli ambienti scolastici; Nidi familiari”. Sappiamo bene, invece, come il servizio di mensa scolastica inizia sistematicamente in ritardo, con continue interruzioni e a totale carico delle famiglie. Sono, infatti, aumentati i costi dei servizi a domanda individuale e ridotti, se non addirittura aboliti, i rimborsi del trasporto degli studenti pendolari. Per le scuole non si intravede alcun progetto di recupero e per fronteggiare la carenza di aule didattiche si incrementano gli affitti.

 

Al punto 9 del programma elettorale “Qualità della vita e salute”l’impegno era quello di “espansione e cura del verde urbano; promozione di una politica sanitaria; monitoraggio dei livelli di inquinamento”. Il verde pubblico, invece, è stato trascurato, le ville e i giardini comunali sono in stato di degrado e attualmente chiusi, i parchi gioco sono privi di manutenzione e lasciati in colpevole abbandono. Nell’arco dei  tre anni di governo, nessuna significativa attività è stata posta in essere dall’amministrazione con riferimento al piano Socio-Sanitario del Distretto o alla creazione di quelle strutture occorrenti per lo sviluppo di politiche socio-sanitarie, né tanto meno sono stati fatti monitoraggi dei livelli di inquinamento. Tutto è rimasto propaganda elettorale.

 

Al punto 10 del programma elettorale  “Territorio e Mobilità”il Sindaco si impegnava “al Recupero degli edifici nel centro storico,al Social Housing, alla realizzazione di un PUM Piano urbano della mobilità”.Anche questi impegni sono stati disattesi. Nessuna attività è stata fatta per  recuperare e valorizzare, attraverso gli strumenti urbanistici e finanziari, il ricco patrimonio urbanistico, storico ed archeologico, con particolare attenzione al centro storico, che continua a cadere a pezzi e si presenta desolato e degradato. Il PRG è approdato in Consiglio con molto ritardo e  la revisione dello stesso è stata compiuta senza una chiara impostazione programmatica, con una trasparenza pari a zero e per di più manca ancora completamente l’avvio delle procedure per la realizzazione del piano particolareggiato per il centro storico. Nulla anche in ordine al traffico automobilistico, alla creazione di nuovi spazi da destinare a parcheggi, al controllo del territorio nel rispetto dei diritti e dei doveri dei cittadini.

Ed ancora … Inesistente è stata l’attività dell’Amministrazione per il ripristino delle strade cittadine che sono un totale colabrodo, pericolose e disastrate, con gravi danni all’immagine della Città e alla sicurezza di autovetture e pedoni, e ne è prova l’ingente mole di richieste di risarcimento danni avanzate dai cittadini. Ed infatti, nonostante i rilevanti investimenti disposti dal Consiglio comunale, la condizione delle strade versa ancora in pessimo stato di manutenzione, così come non si è migliorata né la viabilità, né la circolazione. Sempre nulla per eliminare  il degrado ed il pericolo anche delle  strade esterne alla rete cittadina. Lontano, assente, disinteressato, è stato il Sindaco nelle rilevanti questioni delle  Strada provinciali di collegamento con il capoluogo Agrigentino e del Ponte Petrusa.

Il Palasport è chiuso per mancanza di manutenzione,si è consentito che venisse anche vandalizzato e non si intravede alcun progetto di recupero e di riutilizzo.

Si avverte in modo palese la debole programmazione di nuovi lavori pubblici e di pianificazione nell’ambito dei fondi strutturali europei, specie per la nuova programmazione dei fondi strutturali comunitari relativi al periodo 2014/2020.

 

Ulteriori considerazioni sulle specificità dimenticate nel programma elettorale.

I conti del comune sono ormai al profondo rosso e si è dichiarato il dissesto economico finanziario. Poca trasparenza, manovre discutibili, nessuna programmazione. Nel campo della spesa l’amministrazione comunale richiede continui aumenti delle entrate vessando i cittadini. Le famiglie non riescono più a sostenere la raffica di tasse loro applicate: significative ammissioni del fallimento dell’azione politico-programmatica della Giunta. Risultano come dati obiettivi ed inconfutabili che il Sindaco e la Sua Giunta, hanno messo in campo uno scempio relativamente agli accertamenti sui ruoli Tarsu 2011, perseverando anche nel 2012 in questa sorta di accanimento impositivo. Non si è messa in campo una valida ed efficacia lotta all’evasione fiscale  e si continua a pagare molto e non tutti. Manca, dunque, una complessiva visione e corretta gestione della politica di bilancio e di revisione dei conti pubblici rivolte all’effettivo contenimento della spesa pubblica e all’ottimizzazione delle risorse economiche ed umane.

Mai il panorama della promozione dell’arte, della cultura e dello spettacolo è stato più povero a Favara, come negli ultimi tre anni. Eccezion fatta per la Farm Cultural Park che ha promosso con le proprie forze e senza il minimo aiuto da parte dell’Amministrazione comunale una politica  di attenzione e sostegno alle attività culturali e artistiche, nella convinzione che la cultura costituisce oggi, più che in passato, non solo un elemento fondamentale per garantire la qualità della vita dei cittadini, ma un elemento sostanziale delle politiche di sviluppo legate al tempo libero. In tutto ciò l’unico apporto della maggioranza è stato quello di rinviare a tempo indeterminato l’approvazione della convenzione richiesta fortemente dalla Farm.

Nessun aumento della qualità dei servizi comunali, nessun reale investimento su settori specifici, nessuna definizione di progetti, ma solo il degrado in cui versa la città che  non può essere sottaciuto per la completa incapacità di questa Amministrazione. Lo stato di abbandono in cui versa il nostro Comune è un dato di fatto incontrovertibile.

Ed allora, per coprire il vuoto delle Sue “mancanze”, il Sindaco ha utilizzato la Relazione annuale del suo primo anno di sindacatura per costruire il libro delle favole: invece di rendicontare su quanto realizzato, ha annunciato opere faraoniche che non troveranno mai realizzazione, allo scopo di gettare fumo negli occhi  per rinviare il giudizio negativo che la Sua Amministrazione, povera di idee e carente di risultati, suscita ogni giorno nei cittadini e nel civico Consesso. Nell’unico documento finora prodotto, il Sindaco ha usato, infatti, intere sequenze al futuro e poche al passato, e nel frattempo i giovani lasciano le loro famiglie per andare a cercare lavoro altrove e le attività economiche languono o addirittura chiudono i battenti. 

 

MOTIVAZIONE DI CARATTERE GIURIDICO: INADEMPIENZE

Non mancano, infine, le inadempienze degli obblighi previsti dalla legge a carico del Sindaco:

  1. Ha omesso di relazionare al Consiglio comunale sulla revoca degli assessori Carlino Rossella, Maida Crocetta e Bennica Giuseppe, assunta con determinazione sindacale n. 58 del 15 novembre 2018, in violazione della norme di legge che obbligano il Sindaco a fornire al Consiglio Comunale circonstanziata relazione sulle ragioni del provvedimento;
  2. Ha omesso di presentare la Relazione annuale per il secondo anno di sindacatura  sullo stato di attuazione del programma elettorale, prevista e imposta dall’art.34 dello statuto comunale, nonché dalla legge regionale 7/92 così come modificata dall’art.127, comma 22, della legge regionale 17/2004;
  3. Gli atti fondamentali della vita amministrativa dell’Ente (bilanci di previsione/consuntivi) non sono mai stati prodotti, nel corso della legislatura, nei tempi prescritti dalla legge, ma in notevolissimo ritardo e sempre a seguito di solleciti e ripetute richieste della Regione.

 

CONCLUSIONI

Considerato quindi che, da quanto precede, emerge con chiarezza che il Sindaco ha violato ampiamente il “patto” sottoscritto con gli elettori; che il Sindaco e la sua Amministrazione, proprio per l’incapacità di prendere coscienza dei reali interessi e bisogni della Comunità amministrata, si sono visti negare ripetutamente il sostegno del Consiglio comunale e, in particolare, di quella maggioranza determinata dal consenso elettorale dei cittadini; che il Sindaco si è reso responsabile di un rapporto di indifferenza per il ruolo e l’azione di questo Consiglio, formato dai rappresentati del popolo di Favara democraticamente eletti e investiti dei poteri di controllo, di analisi, e di programmazione progettuale; che il Sindaco ha disatteso il Suo programma elettorale e che a causa dei continui mutamenti degli assetti politici di giunta e maggioranza, le Sue dimissioni appaiono essere un’ipotesi da valutare seriamente per le  prospettive future di crescita e rilancio della Città.

Considerato che il Consiglio Comunale non può ulteriormente assistere passivo, solo per tutelare egoisticamente la propria sopravvivenza, ad un così grave degrado senza farsi complice di una inaccettabile inerzia dell’Amministrazione, a tutto danno della comunità e dei cittadini. 

Considerato che la Città non può continuare a pagare le conseguenze di questa  condotta cieca, sorda e stolta e che perseverare nell’errore equivarrebbe a infierire ancora di più su Chi ne risulta vittima.

Tutto ciò premesso e considerato, i sottoscritti Consiglieri Comunali, consapevoli della responsabilità assunta nel 2016 a seguito delle elezioni amministrative nei confronti di tutti i cittadini favaresi e consci della seria difficoltà di adempiere efficacemente ai doveri derivanti dal proprio mandato

CHIEDONO

al Presidente del Consiglio Comunale la convocazione di un’apposita seduta del civico Consesso, nei termini e modi di legge, al fine di discutere e deliberare in merito alla presente proposta di mozione di sfiducia al Sindaco.