Favara Politica Riceviamo e pubblichiamo

Riceviamo e volentieri pubblichiamo: La scissione PD e le ricadute su Favara

Tutela AmbientebiowoodheaterSCUOLA GUARINO

In questa rubrica vengono ospitate le opinioni di qualificati soggetti della vita politica e sociale

L’Onorevole Angelo Capodicasa ha annunciato, sulle pagine di Favaraweb, che lascerà il partito democratico per dare vita al nuovo soggetto progressista in provincia di Agrigento.

COOPERATIVA SANTANNA

Per la verità, la scelta di Capodicasa non stupisce più di tanto data la sua vicinanza politica con lo scissionista per eccellenza Massimo D’Alema.

Con Capodicasa è uscito dal PD anche il segretario provinciale della CGIL Massimo Raso al quale potrebbe aggiungersi l’ex senatore Angelo Lauricella oggi presidente provinciale dell’ANPI. Massimo Raso, in un post su facebook, chiarisce che la sua personale scissione si è concretizzata “da quando Renzi guida il PD” .

La scissione dei democratici avrà certamente delle ricadute anche su Favara. Il consigliere comunale Calogero Castronovo, da sempre vicino alle posizioni dell’On. Capodicasa potrebbe seguirlo nelle prossime settimane. Con lui, potrebbero abbandonare il partito guidato dal segretario Carmelo Vitello, anche Carmelo Castronovo, presidente dell’ANPI di Favara e Linda Minio vice presidente Istituto studi e ricerca Calogero Marrone.

Nel PD rimarranno certamente l’ex sindaco di Favara Rosario Manganella di aerea renziana e soprattutto l’ex assessore Sara Chianetta nonostante la sua “storica” vicinanza con l’Onorevole Capodicasa.

La corrente “giovani turchi” di cui fa parte praticamente il resto del partito, con in testa l’On. Tonino Moscatt resterà nel PD e sosterrà, con ogni probabilità, la candidatura di Andrea Orlando per la segreteria nazionale.

Ad ogni modo, dopo la cocente scissione, il congresso e le primarie dei democratici si annunciano scontanti. Matteo Renzi gode di percentuali bulgare all’interno del partito e gli sfidanti non hanno la forza politica necessaria per tentare di contrastarlo. Michele Emiliano, oltre la regione che dirige, non sembra accentrare consensi anche a causa di qualche passaggio politico ambiguo. Andrea Orlando, chiamato il candidato dei “nonni” in quanto fortemente voluto da Giorgio Napolitano e da Emanuele Macaluso, è giocoforza legato all’ex segretario Matteo Renzi. Ricordiamo che, lo stesso Orlando è stato ministro con Renzi prima e con Gentiloni poi e che il presidente del PD, Matteo Orfini è il principale riferimento della corrente politica in questione.

Pasquale Cucchiara