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16 marzo 1978 Favara tra ricordi e speranze: come eravamo

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Il 16 marzo non è piu’ una data come le altre, non lo è piu’ dal 1978 quando il radiogiornale delle 10.00 annuncio’ il barbaro assassinio della scorta e il sequestro dell’ On. Aldo Moro in via Fani a Roma. Non solo perchè del rapimento, della trattativa e infine dell’assassinio dell’On. Moro non tutta la verità è emersa in questi lunghi anni e dopo tante indagini e processi. Ma perchè cambio’ il corso della storia italiana un dato acquisito dalla storiografia. Siamo cambiati tutti e non scommetterei che l’abbiamo fatto in meglio.

A Favara c’era una notevole vivacità nel seguire fatti avvenimenti che stavano attraversando la vita del paese. Sia pure con la mediazione di una lettura molto ideologica che I partiti politici trasmettevano: temi come lo scandalo Lockheed venivano seguiti e dibattuti facendo da discriminante tra chi sosteneva una tesi e chi un’altra. L’inflazione, il terrorismo, la strategia della tensione, erano temi di convegni, dibattiti trasmissioni radiofoniche che in quell’epoca fiorirono con la denominazione “radio libere”. In contrasto all’idea diffusa che la Rai non lo fosse perchè lottizzata dai partiti di governo.

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In Europa si confrontavano militarmente la Nato e il patto di Varsavia e in Italia avvenivano le scorrerie dei servizi segreti delle potenze che avevano diviso in zone di dominio/ egemonia I paesi  al di qua e al di là della cortina di ferro come Winston Churchill defini il muro di Berlino.

Era l’occupazione dello stato da parte dei partiti che soffocava la crescita democratica del paese  un argomento molto stimolante a fronte della piaga della disoccupazione giovanile, Il clientelismo come regola del funzionamento della macchina dal Comune al ministero che andava cambiato. Temi trattati da Enrico Berlinguer segretario del piu’ grande partito comunista d’occidente e da Aldo Moro con il suo monito “questo paese non si salverà e la stagione dei diritti e delle libertà si rivelerà effimera se non nascerà un nuovo senso del dovere”.

In Sicilia PierSanti Mattarella Presidente della Regione lavorava per un governo dell’isola con “le carte in regola” e in città il tema del rilancio dell’Autonomia siciliana trovava un acceso dibattito anche per la presenza di due personalità politiche di primo piano il deputato regionale on. La Russa e Filippo lentini di cui in questi giorni un libro di recente pubblicazione ne descrive la figura e l’impegno.

Piuttosto frequentemente in città personalità politiche di livello nazionale nei loro comizi trattavano I temi di enorme rilevanza che in parecchi seguivamo su una pluralità di quotidiani prestigiosi e di nicchia, che oggi non si trovano piu’ in edicola ma solo per abbonamento in formato elettronico.

L’adesione allo SME il serpente monetario e l’ambito dell’ oscillazione della lira con le altre monete europee, con il marco Tedesco,per quanto difficili nel loro significato storico e politico erano discussi e in tale misura compresi.

Oggi Favara sembra lontana anni luce da quella vivacità, dalla fiducia in un futuro migliore del presente.

Del governo regionale molti non sanno niente forse neppure il nome del Presidente Schifani.

Per tacere delle politiche di governo. Della pace e della Guerra I favaresi ascoltano le grida del Pontefice perchè dei politici e dall’informazione social non si fidano  le ritengono superficiali e confuse quanto addirittura false.

Nessuna iniziativa, niente  coinvolge la cittadinanza. Il mondo è cambiato da quel marzo 1978 e noi non ci curiamo piu’ del mondo come vivessimo in una ampolla. Avviluppati in un provincialismo che avevamo tentato di sfondare, marginali a dispetto di tante risorse umane ci trasciniamo quando invece potremmo ancora tentare di correre.

A giugno saremo chiamati a votare I referendum ritenuti ammissibili uno tratta della disciplina del lavoro un tema un tempo molto sensibile che il precariato e la finanza globale hanno reso residuale. Potremmo ripartire da qui e superare l’autismo civico di cui siamo affetti.