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Cavie umane per testare farmaci. Scandalo in Svizzera, test illegali su pazienti

La clinica psichiatrica di Basilea ha testato su pazienti medicinali non omologati negli anni tra il 1950 e il 1970. E’ quanto risulta da un esame di 330 cartelle cliniche e rapporti annuali effettuato dall’Università di Berna. Una conferma è giunta dopo le anticipazioni fornite da SRF. Non è chiaro se i pazienti fossero a conoscenza della natura delle sostanze che assumevano. Secondo lo studio sono state provate almeno 60 sostanze, alcune delle quali mai autorizzate per i loro effetti collaterali. Secondo lo studio “ben più di 1’000 persone erano coinvolte” e ci fu una stretta collaborazione con l’industria farmaceutica. E’ il quarto caso del genere che emerge in Svizzera. Quest’inchiesta, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non è la prima che svela come alcune aziende che nel passato hanno dimostrato di avere pochi scrupoli avrebbero approfittato dei bisogni o dell’ignoranza dei cittadini per provare sulla pelle di questi gli effetti di farmaci in sperimentazione. Un fatto che già con estrema preoccupazione per non dire rabbia, pensavamo fosse isolato ai paesi in via di sviluppo, con la complicità delle amministrazioni e delle autorità locali, ma che secondo altre indagini giornalistiche avrebbe base anche nel cuore d’Europa dove giovani e meno giovani spinti dalla crisi, tutt’oggi si farebbero cavie per poche centinaia di euro.