Con il 25 Aprile alle porte e I preparativi per la sua celebrazione in città ci chiediamo come spiegheremo ai ragazzi nelle scuole lo spirito e l’elaborazione dei nobili principi della Repubblica nata dalla Restistenza con tutto quello a cui oggi assistono non solo in Italia, ma ancor di piu’, in Europa e nel mondo.
Una Repubblica fondata sul lavoro, da cui derivano I diritti di cittadinanza, a cui è assegnato il compito di rimuovere gli ostacoli che impediscono una autentica eguaglianza tra I cittadini, che registra un audace, quanto solitario, tentativo di rimuovere le cause del lavoro povero, del lavoro precario ecc.. con una campagna referendaria I cui promotori e temi vengono oscurati dalle baruffe di improbabili Statisti da operetta.
La Repubblica che ha riconosciuto la libertà di stampa bombardata dai colossi mediatici globali che inondano la pubblica opinione di false notizie, disorientano I cittadini, soffocano il pluralismo con la Potenza dei mezzi a disposizione senza renderne conto a nessuno, tranne agli azionisti per I quali vale solo il denaro e quello si sà non ha odore.
La Repubblica che rinuncia a quote di sovranità per la costruzione di Istituzioni sovranazionali allo scopo di promuovere la composizione delle controversie con altri Stati pacificamente governata da soggetti che non amano un’Europa federale, sovrana, libera e pacifica e lavorano per l’egoismo di pochi in virtu’ di un mandato elettorale che considerano un assegno in bianco;
Che vive in un contesto comunitario che tollera l’ossimoro di una “democrazia illiberale” due termini incompatitbili che coesistono per negare I contrappesi al potere di chi vince le elezioni;
Dentro un mondo in cui le grandi e piccole potenze calpestano il Diritto Internazionale già malconcio e insufficiente di suo per calpestare I diritti di altri popoli.
Nel secondo dopoguerra l’Italia scelse di stare dalla parte dell’occidente, della liberta’ dei popoli,accanto all’alleato liberatore dal nazifascismo che a suo tempo si era liberata da Giorgio III con la dichiarazione d’indipendenza delle 13 colonie britanniche americane.
Con James Monroe elaboro’ la dottrina di sostegno alle comunità del continente Americano per affrancarle dal colonialismo degli imperi europei predatori. Dovremmo parlare della amarezza di aver perso la romantica ispirazione della “nuova frontiera” Kennediana, della Great society di Lyndon B. Johnson, del jazz e il declino della città sulla collina che ci ha accompagnato in questi ultimi 80 anni.
Oggi il popolo orgoglioso della dichiarazione d’ indipendenza in cui riconosce ad ognuno il diritto alla felicità sostiene un Presidente che vuole una Isola, la Groenlandia, in una lettura della dottrina Monroe che riporta al “ritorno degli imperi”mirabilmente descritto da Maurizio Molinari nel suo libro.
Dall’altro angolo l’impero russo e il suo Zar Putin che amano cosi tanto I fratelli Ucraini da bombardarli in nome della pace.
Mentre sulla pelle dei palestinesi si gioca una partita tra Stati per l’egemonia sulla Regione al fine di alimentare lo status di potenze regionali a dispetto della creazione di due stati che non hanno mai voluto creare. Un’ area strategica per I commerci mondiali sottoposta alla politica di potenze che ne contendono il controllo.
Dovremmo spiegare che la Repubblica in questo 25 Apriledovrà adattarsi come le “canne al vento” di Grazia Deledda che non dovranno spezzarsi, che tornerà il buon tempo e I nostri valori risplenderanno, se, nel frattempo la Capocrazia non avrà sterilizzato le istituzioni repubblicane con la riforma del premierato e un regionalismo esasperato fatto di egoismo e solitudine.