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Favara. Ex carcere mandamentale di piazza della Vittoria. In dirittura d’arrivo il suo recupero

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Nella foto Albina Spoto e Giuseppe Costanza

In dirittura di arrivo i lavori che riguardano il restauro dell’ex carcere mandamentale di piazza della Vittoria finanziato con 540 mila euro dall’assessorato regionale della Famiglia e delle Politiche Sociali.

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“Siamo alle battute finali – dice il rup Albina Spoto – ed è stato un compito assai arduo avventurarsi in questa impresa viste le condizioni di degrado in cui versava il manufatto abbandonato da oltre sessant’anni, anche se a più riprese il Comune ha cercato di utilizzarlo prima come ufficio distaccato dell’anagrafe e poi come centro di incontro per anziani. La caduta di calcinacci ha poi sconsigliato di avvalersene con l’intervento dell’Utc che ha fatto transennare tutto il frontale della struttura”.

Ad allestire il cantiere è stata l’associazione temporanea di imprese composta da “Veri restauri” e “Arkeo restauri” che, in sede di gara, offrendo un ribasso del 23,63 per cento, ha vinto la concorrenza delle altre ditte partecipanti. L’edificio, che fino agli anni sessanta del secolo scorso era stato luogo di detenzione, fu costruito nella seconda metà del diciannovesimo secolo. E’ stato l’ex assessore Umberto Rumolo a presentare un progetto alla Regione Siciliana che finanziava interventi di recupero funzionale e riuso di vecchi immobili di proprietà pubblica (ma anche di beni confiscati alla mafia) per attività di animazione sociale. In particolare la finalità dell’assessorato della Famiglia e delle Politiche Sociali era quella di finanziare operazioni di riqualificazione, riconversione e ristrutturazione del patrimonio edilizio pubblico e degli spazi pubblici per funzioni sociali, sportive e di animazione socio-culturale. Il progetto elaborato dal Comune di Favara (progettista Giacomo Sorce, strutturista Alberto Avenia e direttore dei lavori Giuseppe Costanza) è risultato il migliore tra quelli presentati alla Regione.

“Il nostro auspicio – dice il sindaco Anna Alba – è che l’ex carcere possa diventare da luogo di reclusione a luogo di unione, aggregazione e rinascita cittadina”.

In base alle disponibilità finanziarie, l’intervento è stato mirato al recupero di tutti i locali del pianterreno escludendo, purtroppo, quelli del piano superiore. “In ogni caso – aggiunge il rup Albina Spoto – si è rifatto il tetto e tutte le aperture, anche del primo piano, sono state dotate di infissi anche per evitare nel prosieguo infiltrazioni di acqua piovana. Si è anche recuperata la pregevole volta del sottoscala mentre nel cortile esterno, utilizzato per l’ora d’aria che solitamente veniva concessa ai carcerati, si sta intervenendo cercando di mettere in risalto i pilastri in pietra”.

Sull’ex carcere mandamentale di Favara verrà anche fatto uno studio che è stato affidato all’architetto e storico locale Carmelo Antinoro, già funzionario presso la Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Agrigento, sulla base dei reperti ritrovati nel corso dei lavori e delle sue personali conoscenze sull’antico manufatto che fu costruito dal padre di monsignor Bernardino Re, dal 1928 al 1963 vescovo di Lipari.