Martedì prossimo, nell’ambito del “Festival dell’Acqua 2025” che si tiene a Staranzano, comune della provincia di Gorizia, sarà ospite il favarese Giuseppe Maurizio Piscopo che presenterà il libro “Ci hanno nascosto Danilo Dolci” con domande che gli saranno rivolte dalla giornalista Fabiana Martini. Perché Danilo Dolci, di origini triestine e trapiantato in Sicilia, interessa coloro che si occupano di acqua in Friuli Venezia Giulia? Il motivo sta proprio nell’acqua perché Dolci, nella sua lotta alla criminalità organizzata, si batté per la costruzione di un bacino artificiale sul fiume Jato, nel palermitano, al fine di favorire non solo l’approvvigionamento idrico diffuso ma anche l’equilibrio naturale e il ritorno della fauna selvatica. Non a caso ebbe a dire: “La diga è stata la mia più grande opera pedagogica”. A riscoprire Danilo Dolci, sociologo, educatore e attivista della pace che ha coraggiosamente affrontato le più grandi problematiche che hanno afflitto la società siciliana, ci ha pensato Giuseppe Maurizio Piscopo dando alle stampe un libro in cui si racconta come Dolci, tra gli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, scelse la Sicilia quale contesto della sua lotta non violenta, impegnandosi a dare voce a chi non l’aveva e a sostenere l’importanza di vivere in un contesto democratico, contesto che si alimenta assicurando forme dignitose di lavoro a tutti.
Il libro “Ci hanno nascosto Danilo Dolci” del favarese Giuseppe Maurizio Piscopo approda al Festival dell’Acqua in Friuli Venezia Giulia
