


Ecco una nuova intervista a Fabrizio Tinaglia, nostro illustre concittadino esperto di pedagogia e di neuroscienze, per parlare ancora un po’ in sintesi del piccolo libro di poesie trovato nella sua biblioteca di famiglia. Dopo le interviste precedenti, le quali sono state molto ricercate ed apprezzate, oggi abbiamo deciso di continuare l’intervista.“Come detto altre volte sto continuando i miei studi e le mie ricerche su Luigi Pirandello e sto scrivendo anche un breve libro sull’argomento. Sono stato contattato anche da alcuni personaggi importanti ed ho ricevuto anche complimenti per i miei studi. Come al solito nelle cose che faccio mi sto impegnando tantissimo .Prima di andare avanti facciamo un breve passo indietro e spieghiamo ancora alcune cose, anche con ripetizioni. Il libro di poesie Zampogna, secondo uno studio molto recente, fu molto studiato dallo stesso Pirandello.
Dobbiamo dire che il grande scrittore agrigentino stava molto attento anche agli argomenti da affrontare. Luigi Pirandello quindi continua a far parlare di se stesso, anche lui come uomo aveva delle caratteristiche uniche. Analizzando bene le tante righe delle poesie scritte all’interno del libro Zampogna e le righe della poesia di questo libro con dedica autografa a Mario Menghini in particolare, è emerso che Luigi Pirandello per questo suo libro di 16 pagine , evidentemente come detto altre volte di sua proprietà e personale nei dettagli, ha preferito fermarsi alla pagina 16 della poesia Padron Dio. C’è un motivo fondamentale?
Anche gli intellettuali che noi studiamo adesso sui libri di storia avevano delle passioni, si divertivano con delle sfide magari nate per caso a cena in una delle tante serate organizzate per discutere di libri, di teatro, di poesia .Da alcuni studi qualcosa risulta più chiara o comunque vicina alla realtà storica. Abbiamo notato il motivo, possiamo dire importante, studiando anche la sua personalità e le amicizie che frequentava. I dettagli della società dell’epoca in questo caso come in altri sono importanti. Luigi Pirandello molto probabilmente conosceva a memoria la sua stessa poesia Padron Dio fino a pagina 16. Tutto questo nasce da studi e da ricerche molto dettagliate. Sono state consultate tante opere per capire bene anche l’epoca e gli scritti degli studiosi in questione e quindi la verità storica appare più evidente. Lo studio continua.
A questo punto dobbiamo conoscere un po’ meglio l’uomo a cui Luigi Pirandello ha scritto sul piccolo libretto di poesia Zampogna la dedica autografa. Mario Menghini si è laureato in giurisprudenza all’Università di Roma, entrò nel 1888 nella pubblica amministrazione nella carriera delle segreterie universitarie e lavorò in diversi uffici del ministero della Pubblica Istruzione. Fin da subito i suoi interessi si rivolsero alla storia della letteratura e della civiltà italiana .All’interno di questo variegato mondo entrò nell’entourage di Carducci, di cui divenne per quasi vent’anni stretto collaboratore.Mario Menghini rivolse i suoi studî quindi alla storia del Risorgimento e, in modo particolare, studiò molto bene la figura di Mazzini. Curò con molto impegno inoltre l’edizione nazionale degli scritti di Mazzini, particolarmente preziosa per gli oltre 60 volumi di Epistolario.
Possiamo dire in generale che è stato un grande storico, ha avuto molti contatti con i grandi personaggi della sua epoca, ha avuto contatti in particolare con i grandi letterati e con i grandi storici della sua epoca e probabilmente si son scambiati tante lettere di lavoro”.Si possono fare collegamenti con la società di oggi?“Oggi noi tutti usiamo il computer per tenerci in contatto, a tal proposito poniamoci alcune domande che possono sembrare lontane dal nostro modo di capire ma sono importanti perché costituiscono la base per studi futuri anche di un certo rilievo.
Il computer e le nuove tecnologie in genere sono importanti se usate nel bene sia nella società e sia a scuola?Rappresentano uno stimolo in più per impegnarci e per fare sempre meglio sia a scuola e sia in società?
Poniamoci sempre queste domande e diamoci anche delle risposte che corrispondano al vero. Non dobbiamo essere superficiali, dobbiamo capire, dobbiamo pensare e poi dobbiamo agire di conseguenza.
La scuola e la società sono sempre collegate, non sono separate ma sono unite da legami molto importanti. Possiamo naturalmente dire e scrivere tante cose ma in generale si può dire in sintesi che a scuola, per esempio, introdurre sempre più queste nuove tecnologie, cioè quelle che conosciamo attualmente e al giorno d’oggi ,è molto importante perché l’apprendimento sarà potenziato nel modo migliore ed i risultati saranno migliori. Bisogna capire anche l’informatica in generale.
Le letture sull’argomento sono importanti e molto istruttive perché le basi sono importanti su questo argomento. Inoltre con il computer , grazie a certi programmi, viene simulato anche il cervello umano ed in particolare alcune sue funzioni specifiche e quindi la tecnologia ci aiuta a capire sempre più anche il nostro cervello e di conseguenza anche la nostra mente. La pedagogia, e la scienza in genere , troverà un alleato valido ed efficace nei computer e nei telefonini o in altre tecnologie attuali, anche perché i diversi dispositivi digitali e le diverse procedure online sono tutte cose familiari ai giovani d’oggi. Computer e società, computer e scuola”. Ringraziamo ancora una volta il nostro noto concittadino Fabrizio Tinaglia, per aver concesso a noi questa breve intervista e per aver raccontato in modo semplice alcuni studi.