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Favara. Mercoledì 17 maggio si presenta il libro “Grand Hotel Coronda”, racconti di prigionieri politici sotto la dittatura argentina tra il 1974-1979

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“Coloro che hanno preso la decisione di torturare gli uomini, di condurli sino alla follia e assassinarli non saranno mai coloro che scriveranno l’ultima pagina della storia. I ricordi sovversivi dei sopravvissuti di Coronda denunciano i loro torturatori. Gli ex prigionieri hanno ottenuto giustizia e i criminali sono stati condannati. Inizia, così, una nuova pagina: che non trionfi mai l’oblio, che non si ripetano più gli atti disumani che sono stati commessi in quell’orribile carcere argentino. Grand Hotel Coronda, un libro indispensabile.” (Leonardo Boff, teologo).

Questo è quanto si detto dal teologo Boff dopo aver letto il libro “Grand Hotel Coronda” che si presenta domani, mercoledì 17 maggio a partire dalle ore 9.30, presso l’aula Calogero Marrone del Liceo Statale “M.L.King” di Favara. Dopo i saluti istituzionali e di benvenuto del Dirigente Scolastico, prof.ssa Mirella Vella, i professori Alberto Todato – studioso della storia argentina della dittatura- e Angelo Vita – docente di Storia e Filosofia- dialogheranno con Sergio Ferrari, ex prigioniero a Coronda.

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La tematica- delicata ed ancora poco conosciuta, specialmente in ambito scolastico- vedrà la partecipazione attiva di classe selezionate che avranno modo di dialogare con il giornalista e co-autore Sergio Ferrari.

Dalla sinossi:

“Non ci sentiamo vittime della nostra storia. Siamo stati e continuiamo a essere attori sociali che desiderano cambiamenti strutturali, da costruire con la gioia della consapevolezza umana. Ed è per questo che, sebbene alcune di queste pagine riflettano sofferenze molto profonde e assenze insostituibili, l’umorismo, come appare nella maggior parte del racconto, è sempre stato un’arma letale contro i nostri carnefici. Erano i gendarmi e le guardie i veri prigionieri delle proprie paure. E noi, pur stando 23 ore al giorno in celle di 2,80 x 3,40 metri, gli esseri veramente liberi». In Grand Hotel Coronda, i detenuti politici sopravvissuti al carcere di Coronda testimoniano l’esperienza vissuta oltre 40 anni fa. Il loro messaggio si può riassumere in due parole: resistenza e resilienza. Hanno resistito ad un sistema che, giorno dopo giorno, li voleva annientare. Ci sono riusciti costruendo, praticamente dal nulla, dei “periscopi”, usati per spiare le loro stesse guardie. Nonostante le torture, hanno dato prova di una resilienza fuori dal comune, sfidando il potere militare nelle azioni quotidiane attraverso l’unità, la solidarietà e l’umorismo. L’eccezionale esperienza di vita raccontata nel libro è più di una testimonianza storica. Sia perché alcuni responsabili di questi crimini efferati sono stati condannati – il che conferma che l’impunità non è una garanzia eterna – sia perché gli attuali movimenti di protesta contro i poteri autoritari, la mobilitazione sociale e la lotta contro il riscaldamento globale, ci dimostrano che la resistenza si è moltiplicata. Come in Argentina 40 anni fa, la resistenza richiede l’impegno attivo di uomini e donne, spesso giovani, che non hanno paura di rischiare il loro futuro e la loro vita. Questo libro, la cui versione originale ha avuto un grande impatto in Argentina, costituisce una formidabile testimonianza di vittoria dell’essere umano sulla follia e la morte, grazie ad una lotta collettiva contro l’ingiustizia e l’arbitrarietà”.