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IAL Sicilia dalla tragedia alla farsa, la Regione riconosce i rendiconti e sgancia i soldi: perchè l’hanno fatto chiudere?

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Si dice che quando la storia si ripete la prima volta è una tragedia. La seconda Farsa!

Stiamo trattando dello storico ente gestore la formazione professionale IAL Sicilia che a seguito del ritiro dell’accreditamento, dopo un calvario che ha interessato le famiglie dei suoi operatori, ha definitivamente chiuso i battenti con la sentenza di fallimento. E’ persino dubbio che un ente senza fine di lucro possa fallire, secondo taluni pareri, ma tant’è cosi è andata. La tragedia comincia con l’accusa del Presidente della Regione secondo cui l’ente diretto da un “autista” di un noto senatore, non avrebbe dimostrato la spesa di 20 milioni di euro. I giornali hanno speso fiumi di inchiostro sull’ azione moralizzatrice del nuovo governo regionale. A sostegno della nuova alba che stava sorgendo sull’isola Crocetta e i suoi hanno chiamato i lavoratori a cui assicurarono che non sarebbero stati lasciati soli. Delle 800 famiglie che sono ancora sulla strada senza futuro, ne parlano ogni giorno i giornali on line che ancora se ne occupano e sono pertanto tristemente noti. Quello che invece non è noto è che poche settimane fa l’amministrazione regionale ha restituito le somme che aveva illegittimamente trattenuto all’IAL Sicilia, per  coprire l’atto con cui aveva concesso a tutti gli enti, una integrazione al finanziamento iniziale , ritenuto poi non dovuto e pertanto venne condannata l’allora dirigente generale Monterosso dalla corte dei conti. Ora la stessa amministrazione  che aveva accusato l’ente, riconosce il buon andamento della gestione dei corsi dell’ avviso 20 “ incriminato” e decreta il finanziamento del saldo a seguito dell’esame dei rendiconti, di cui non ha voluto tenere conto togliendogli l’accreditamento che ha portato al fallimento l’IAL SICILIA e nella disperazione i lavoratori.

COOPERATIVA SANTANNA

La vicenda sarebbe comica se non fosse drammatica che una tale conduzione dell’amministrazione avvenga nel disinteresse dei paladini della legalità e della giustizia sociale. Quello che i miopi hanno visto come un affare interno tra alcuni gruppi di potere nella politica siciliana nell’ aurora della “professione antimafia” di cui ormai parlano tutti, stanno verificando che quella era solo l’inizio di una pulizia “etnica” a vantaggio dei nuovi assetti nella geografia del privato sociale. Insomma i nuovi sostituiscono i vecchi che certo non meritano rimpianti, ma che hanno fatto pagare il conto ai soli lavoratori. Loro hanno trovato il modo di continuare con le mutazioni che il sistema consociativo consente: il gattopardo è vivo e lotta insieme a noi.