Editoriale Primo piano

L’autunno elettorale di Favara: Un’autonomia per non scivolare indietro

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COOPERATIVA SANTANNA

E’ ancora attuale chiedersi oggi come funziona il sistema delle autonomie locali?

E’ romantico e astratto domandarsi se il sistema  è condannato alla mera gestione quotidiana dell’esistente stretto nella morsa della progressiva riduzione delle risorse?

Due domande su temi complementari,legate in modo indissolubile, ma non identiche. Tali da condizionarsi l’un l’altra continuando a restare distinte,ma registrando che l’ottimale funzionamento dell’autonomia locale è capace di reperire risorse per servizi alla comunità  economica e civile municipale, che le risorse economiche da sole non farebbero funzionare.

C’è da chiedersi se oggi l’autonomia locale assolve alla sua funzione originaria di governo e d’indirizzo nel campo dei servizi alle imprese, alle aspettative dei suoi attori sociali e alla inclusione sociale di sempre maggiori soggetti della articolata realtà urbana.

Se la stabilità che la legge elettorale garantisce ai Sindaci dei Comuni delle nostre parti non necessiti di una, quanto piu’ possibile,ricca e articolata partecipazione della società organizzata in soggetti collettivi, che traducano la domanda diffusa di bisogni e interessi legittimi, in obiettivi collettivi.

Un confronto produttivo di  attori portatori di una rappresentanza pluralista che facciano sintesi della varia posta in gioco e determini la priorità ispirando l’azione amministrativa locale.

Puo’ da sola l’egemonia di una maggioranza consiliare ridurre la polverizzazione delle istanze cittadine ad una efficace sintesi di governo scongiurando l’intrinseco rischio di escluderne i meno visibili?

E puo’ l’associazionismo civile e/o professionale limitarsi alla testimonianza glissando la fatica di costruire, su una piattaforma programmatica , un negoziato che concorrendo a formare l’interesse generale municipale,soddisfi la legittima aspettativa dei singoli?

Non puo’ perché nell’approssimarsi dell’autunno elettorale nessuno puo’ chiamarsi fuori  aspettando che da qualche parte arrivi un’altro a fare quello che invece ciascuno è chiamato a fare per la città. Dove vivono le nostre famiglie, nella città dove è in corso un cambiamento che deve essere governato e reso durevole,per non scivolare indietro.

Andrebbe posto  il tema politico di come si costruisce il consenso sui temi di pubblico interesse nella città schiacciata dal dissesto finanziario e delle soluzioni per superarlo .

Di come la classe dirigente locale si aspetta,dal rinnovo delle Istituzioni regionali, i benefici per una comunità operosa divenuta risorsa per il turismo isolano. Che trovi il tempo e le modalità di impegnare i candidati sugli interventi  per la città e i suoi abitanti e non solo le mance per i gruppi di supporters