CRONACA Primo piano

Lavoratori a tempo determinato dell’Esa sul piede di guerra. Rivendicano l’applicazione di una legge regionale che garantirebbe il mantenimento delle giornate di lavoro.

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I lavoratori a tempo determinato in servizio presso l’Ente Sviluppo Agricolo (Esa) sul piede di guerra perché non sarebbero loro garantite le giornate di lavoro (181) previste da una norma regionale. Gli iscritti alla Flai Cgil di Agrigento si sono riuniti in assemblea questa mattina per affrontare le problematiche e, dopo un ampio dibattito, hanno stabilito che lunedì, data probabile di inizio della campagna di meccanizzazione, se il contratto individuale che si troverebbero a firmare non dovesse garantire le giornate previste dalla norma, rinuncerebbero all’assunzione iniziando un percorso di lotta sindacale. C’è da aggiungere che i segretari generali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, Adolfo Scotti, Tonino Russo e Nino Marino, hanno incontrato l’assessore regionale all’Agricoltura Luca Sammartino. Al centro dell’incontro la questione relativa all’avvio della campagna di meccanizzazione dell’Esa. “Siamo stati informati – dichiarano Scotti, Russo e Marino – che le attività partiranno dal prossimo 11 marzo, ma che, a seguito di alcune e recenti sentenze della Corte di Cassazione, i lavoratori saranno assunti per sole 179 giornate e non per 181, come prevede la normativa regionale. Chiediamo che si rispettino le giornate di garanzia previste dalla legge”. La questione si lega alla rivendicazione della trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato, una vertenza attivata da Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil e dai lavoratori già tanti anni fa e che sino ad oggi non si è concretizzata. “Con l’auspicio che la norma regionale non venga disattesa dall’assessorato regionale – aggiungono Scotti, Russo e Marino – le organizzazioni sindacali valuteranno insieme ai lavoratori la situazione venutasi a creare e le eventuali azioni da intraprendere”.

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