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Riflessioni sul centenario dedicato a Giacomo Matteotti celebrato dai Socialisti e dalla fondazione C. Marrone

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Il 30 Maggio p.v. I socialisti di Favara daranno vita ad un evento che ricorderà Giacomo Matteotti nel centenario del suo assassinio per mano dei Fascisti nel 1924. Il 31 maggio sarà posata una lapide in via Matteotti a Favara dalla Fondazione Marrone voluta fortemente dal suo vicepresidente Sasà Manganella e dal suo istituto dedicato all’eroe favarese. La data è altamente evocativa perchè quel giorno di cento anni fa il segretario del PSU nel suo intervento alla Camera dei Deputati denunciava la corruzione, la violenza del regime fascista, con buona pace di chi si ostina a deprecarlo solo per le leggi razziali promulgate nel 1938.
Quella del 30 Maggio che il Prof. Lentini e I suoi compagni celebreranno non è un operazione nostalgia di una formazione politica che a Favara da Guarino a Filippo Lentini ha fatto la storia politica e civile della Città. E’ la testimonianza di una idea che non muore con il destino degli uomini quelli celebrati e gli altri caduti in disgrazia e di cui col tempo la storia assegnerà il ruolo, che oggi forse noi non prevediamo possibile, nella crescita democratica dell’Italia. Un’idea di giustizia sociale, di libertà e emancipazione dei ceti piu’ deboli. Sarà possibile trovare l’attualità dell’ impegno di Giacomo Matteotti se riflettiamo qualche minuto sul contesto politico-istituzionale in cui è avvenuto il suo assassinio dopo il suo intervento alla Camera dei Deputati a proposito della proposta di convalida degli eletti da parte della Giunta delle elezioni avvenute il 6 Aprile 1924.

In quella data è ancora vigente lo Statuto albertino del 1848 concesso dal Sovrano Carlo Alberto cioè in regime di Costituzione liberale che con I suoi limiti si ispira all’ Esprit des lois ( lo spirito delle leggi) propugnato da Montesquieu nel 1748. La separazione dei poteri dello stato Legislativo, esecutivo e giudiziario in modo che nessuno di essi esorbitasse I suoi limiti ( oggi diremmo Check and Balance all’americana).

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Giacomo Matteotti giurista nel suo aspro discorso pone in discussione con chiarezza il diritto della maggioranza parlamentare di definirsi tale. “Perchè la milizia fascista ha impedito la fondamentale libertà di espressione popolare e elettorale che invalida in blocco l’ultima elezione in Italia”.

Ma il Re che “ nomina e revoca I ministri” ignora l’illegalità denunciata facendo venire meno il Check and balance che avrebbe ripristinato la legalità costituzionale.

E’ qui che la drammatica tragedia occorsa a Giacomo Matteotti e all’ Italia intera ci avverte sulla vigilanza al tema in discussione in Parlamento sulla riforma costituzionale che chiamano premierato.

Laddove un Sistema bicamerale, già divenuto monocamerale di fatto per cui una Camera vota l’altra ratifica, con un Sistema elettorale già all’esame della corte europea per merito di radicali riuniti in comitato perchè limita la libertà di scelta dell’elettore, vuole inventarsi costituente di una Capocrazia.

Dal felice titolo del libro di Michele Ainis costituzionalista che si chiede se questo presidenzialismo ci manderà all’inferno.In quanto l’elezione diretta del Capo del Governo e di una maggioranza parlamentare che addomesticata dallo scioglimento delle camere in caso di crisi, voterà I componenti laici del CSM e I menbri della Corte Costituzionale fedelissimi, sterilizzando la funzione di contrappeso fisiologico della democrazia liberale.

 Nascondendo altresi la fascinazione che esercita sulle forze di governo la “ democrazia illiberale” di Putin, Orban e compagnia che pensano al loro mandato elettorale come il via libera al governo autoritario in forza di un discutibile consenso.

Sabino Cassese uno dei piu’ noti giuristi italiani avverte che la democrazia ha dei limiti ed è a sua volta limitata da apposite istituzioni che debbono restare vitali. Queste sono le riflessioni che insieme ad altre devono ispirare oggi la celebrazione del centenario della morte di un leader della democrazia italiana: Giacomo Matteotti.

 Qui non voglio affermare che vedo all’orizzonte il ritorno del fascismo in Italia. Quello di cui sono convinto è che lo spirito che ha ispirato una Costituzione antifascista potrebbe essere svuotato se non nella lettera nella prassi di maggioranze eredi di una tradizione politica che la Costituzione l’ha sempre avversata, introducendo qua e là norme che si ritengono essenziali alla definizione dello stato dando vita ad una nuova e diversa Costituzione materiale che snatura e confligge con I valori per cui tanti a partire da Matteotti si sono battuti.