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Agrigento. Gestione in House del servizio idrico. Vuole chiarezza l’avv. Giuseppe Di Miceli, Coordinatore Konsumer Agrigento

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Interviene per mezzo stampa Konsumer Agrigento in merito alla gestione house del servizio idrico dei 16 comuni che ne hanno fatto richiesta. Ecco quanto scrive l’Avv. Giuseppe Di Miceli, Coordinatore Konsumer Agrigento.

“In merito al procedimento avviato dall’Ati AG9 nel 2017 e ad oggi non ancora concluso, in merito alla Gestione in House del servizio idrico da parte dei 16 comuni che ne hanno fatto richiesta ai sensi dell’art. 147 del testo unico sull’ambiente (decreto legislativo n. 152 del 2006), si da notizia che la scrivente ai sensi dell’art 10 del decreto sul procedimento amministrativo (241/90), ha presentato delle proprie memorie all’Ati Ag9, le quali dovranno essere valutate dalla stessa Ati.
Le superiori memorie (già inviate successivamente anche alla Regione Sicilia e al Prefetto di Agrigento, per come concordato proprio con Sua Eccellenza, negli incontri avuti il 19 e il 20 febbraio u.s.), si concludono con la determinazione che il procedimento deve concludersi per improcedibilità dello stesso giusta l’evoluzione normativa intercorsa dal 2006 ad oggi, per la quale si è passati dalla unitarietà dell’ambito alla unicità dello stesso. Pertanto i 16 comuni dovranno consegnare le reti e le sorgenti all’Ati, per l’aggiornamento del Piano d’ambito redatto, questa volta per tutti i Comuni agrigentini.
Ricordiamo che i Comuni non consegnatari delle reti e impianti sono 16 su 43: Alessandria della Rocca, Aragona, Bivona, Burgio, Cammarata, Camastra, Cianciana, Joppolo Giancaxio, Menfi, Palma di Montechiaro, San Biagio Platani, San Giovanni Gemini, Sant’Angelo Muxaro, Santa Margherita Belice, Santa Elisabetta e Santo Stefano di Quisquina. Di questi, l’ATI Ag 9 ha preso in esame solo 8 Comuni, Santo Stefano di Quisquina, Menfi, Bivona, Burgio, Cianciana, Santa Margherita Belice, Alessandria della Rocca e Cammarata. Questi ultimi sono ancora in valutazione nel procedimento in parola da parte degli uffici dell’ATI Ag 9. Paradossalmente, secondo la nostra opinione avrebbero potuto gestire il servizio eccezionalmente in house ai sensi del 147, i comuni facenti parte del Voltano S.p.A., AGRIGENTO,FAVARA,PORTO EMPEDOCLE,RAFFADALI,ARAGONA,SAN BIAGIO PLATANI,SANTA ELISABETTA,JOPPOLO GIANCAXIO,COMITINI e SANT’ANGELO MUXARO, in quanto gli stessi così societariamente costituiti avrebbero avuto i 2 requisiti richiesti del 147 cioè che si trattasse di gestione integrata dei tre segmenti del servizio ( inteso come l’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione dell’acqua ad usi civili, di fognatura e depurazione delle acque reflue) , affidata, secondo la legge GALLI, ad un Ente Strumentale degli Enti Locali, e che dovesse esserci il consenso esplicito da parte dell’Autorità d’ambito.
Ma proprio questi ultimi comuni del Voltano S.p.A. non hanno fatto nessuna richiesta unitaria di Gestione.

In conclusione, invitiamo l’ATI AG9 a definire celermente il procedimento in parola dichiarandone l’improcedibilità nei confronti di tutti i Comuni che ne hanno fatto richiesta, aggiornando il piano d’ambito con tutti i 43 Comuni del territorio del Libero Consorzio di Agrigento ed avviando, in tal modo, la gestione pubblica del SII a mezzo dell’AZIENDA SPECIALE PUBBICA – CONSORTILE, con un costo idrico notevolmente attenuato anche in considerazione della cessione delle sorgenti di quei comuni che fino ad oggi non lo hanno fatto, costringendo i 27 consegnatari ad approvvigionarsi, più del necessario, proprio da Siciliaacque S.p.A.”