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Agrigento. Presentati i nuovi Distintivi di Qualifica della Polizia di Stato

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Il Questore di Agrigento Dott.ssa Rosa Maria IRACI, stamattina ha presentato alla stampa locale i nuovi Distintivi di Qualifica della Polizia di Stato.
Il Questore ha introdotto i nuovi distintivi raccontando la loro genesi e le peculiarità che li caratterizzano.

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Da oggi 12 luglio 2019, su tutto il territorio nazionale, gli appartenenti alla Polizia di Stato indossano i nuovi distintivi di qualifica. Un evento che consacra, a distanza di 38 anni, in modo tangibile, i significativi cambiamenti introdotti dalla legge 121 del 1981 che ha affermato l’identità della Polizia di Stato, quale amministrazione civile ad ordinamento speciale, staccata dal mondo militare, che ha sublimato i valori ai quali profondamente crede nel motto “sub lege libertas”. Con la riforma del 1981, la Polizia di Stato si è aperta alle donne, ha previsto una maggiore specializzazione attraverso selezioni sempre più rigide e corsi di formazione prodromici e professionalità differenziate, ha cambiato i nomi dei gradi che sono stati ristrutturati ed arricchiti dal ruolo ispettori, anello di congiunzione tra dirigenti e collaboratori. La legge 121del 1981, nel configurare il sistema ed il nuovo ordinamento dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza, ha differenziato la figura del Questore da quella del Prefetto: infatti, pur consacrando la figura del Prefetto e del Questore come Autorità Provinciali di Pubblica Sicurezza, ha qualificato il livello di responsabilità come politico –amministrativo quello del Prefetto e tecnico – operativo quello del Questore che, nel suo ruolo di vertice del coordinamento tecnico operativo appunto, deve essere tempestivamente informato dai comandanti provinciali delle altre forze di polizia della provincia su tutto ciò che abbia riguardo con l’ordine e la sicurezza pubblica. Una svolta epocale, insomma, che andava suggellata attraverso un segno visibile che ricordasse a tutti, appartenenti e non, il significato profondo di una trasformazione lunga, laboriosa e fortemente voluta. Da oggi, quindi, l’uniforme di 98.000 poliziotti cambia aspetto, vestendo i nuovi distintivi di qualifica, disegnati dall’esperto di araldica professor Michele D’Andrea. Le nuove mostreggiature sono caratterizzate dalla presenza, per tutte le qualifiche, del simbolo più pregnante della Polizia di Stato, quello che é radicato nella memoria e nella percezione collettiva, l’aquila dorata dalle ali spiegate la cui valorizzazione coincide con l’imminente anniversario dei cento anni, quale fregio adottato, infatti, sin dal 1919.
L’aquila riprende le forme tipiche dell’araldica italiana – disegno morbido, ali moderatamente arcuate, zampe divaricate, coda folta e stilizzata come il restante piumaggio, testa rivolta alla sinistra di chi guarda – ed è ornata sul capo dalla corona murata di cinque torri visibili, il simbolo dell’ordinamento repubblicano, la stessa corona che sovrasta lo stemma della Polizia di Stato. L’aquila esprime il legame identitario, il coraggio e la dedizione con cui quotidianamente ciascun poliziotto difende diritti e libertà.
Nei distintivi di qualifica viene introdotto un elemento fortemente innovativo legato al Coordinatore, la figura apicale degli Assistenti, dei Sovrintendenti e degli Ispettori.
Posto al vertice del ruolo di appartenenza, il Coordinatore rappresenta un collegamento ideale con la qualifica superiore.
Rappresentando una novità assoluta nel panorama uniformologico italiano che rafforza ulteriormente la specificità della Polizia di Stato, l’articolazione dei distintivi di qualifica abbandona la classica disposizione in linea verticale e adotta quella:
 orizzontale per due elementi
 piramidale per tre elementi
 a rombo per quattro elementi

L’elemento che individua gli Agenti e Assistenti è il plinto araldico costituito da una barretta orizzontale di colore rosso.
Rappresenta la struttura portante delle fondazioni di un edifico. Il plinto simboleggia le qualifiche del personale più presente sul territorio, con il suo impegno garantisce la gran parte dell’operatività della Polizia di Stato.
E’ un rombo dorato il distintivo dei Sovrintendenti, il profilo fusiforme della figura richiama una punta di lancio simbolo di un dinamismo operativo temperato dall’esperienza, che si accompagna all’aquila uguale a quella degli Agenti e degli Assistenti.
Il Vice Sovrintendente porta un solo rombo al centro della spallina; il Sovrintendente due rombi in linea; il Sovrintendente Capo tre rombi disposti a piramide rovesciata.
Il Sovrintendente Capo Coordinatore colloca al di sopra dei tre rombi il pentagono della qualifica degli Ispettori, in forma traforata.
Il pentagono dorato degli Ispettori fu il primo distintivo di qualifica creato a seguito della riforma della Polizia di Stato, nel 1981 e continuerà anche in futuro a rappresentare il ruolo “a sviluppo direttivo” che immette nella carriera dei funzionari.
Il Vice Ispettore, l’Ispettore e l’Ispettore Capo portano la stessa aquila dei Sovrintendenti e dispongono i pentagoni rispettivamente uno al centro, due in linea orizzontale e tre in forma piramidale con il vertice in alto.
A partire da Ispettore Superiore, prima qualifica con le funzioni di sostituto ufficiale di pubblica sicurezza, il segno base distintivo diventa l’aquila che afferra con le zampe il bastone del comando, antico simbolo di autorità qui reinterpretato nel significato di assunzione di responsabilità, gestione di incarichi, di strutture e di personale.
Sopra l’aquila, l’Ispettore Superiore reca una barretta dorata caricata dal pentagono di qualifica, anch’esso dorato, sormontata dall’elemento proprio della successiva prima qualifica della carriera dei funzionari, in formato ridotto.
Il Sostituto Commissario ha, invece, due barrette dorate sovrapposte, caricate dal pentagono dorato di qualifica; mentre il sovrastante richiamo alla carriera dei funzionari è bordato di rosso.
Il Sostituto Commissario Coordinatore, infine, oltre all’elemento della suddetta carriera bordata di rosso reca anche le due barrette sovrapposte e il rombo di qualifica.
I distintivi delle qualifiche delle carriere dei funzionari “a sviluppo dirigenziale” presentano come elemento caratteristico la formella dorata, ornata nella faccia anteriore da una raggiera movente dal centro. Legata al nome e all’opera dello scultore quattrocentesco Lorenzo GHIBERTI la formella ghibertiana è rivista introducendo un sistema di due rombi sovrapposti di misure diverse, ruotati fra loro di 45à e vuole essere un richiamo alla bellezza e all’eleganza che contraddistinguono l’inestimabile patrimonio di civiltà e cultura del nostro Paese.
Il Vice Commissario pone al di sopra dell’aquila, la stessa attribuita agli Ispettori Superiori e ai Sostituti Commissari, due formelle in linea orizzontale; il Commissario aggiunge una terza formella in forma piramidale.
Da Commissario Capo e fino alla qualifica di Primo Dirigente , l’aquila è compresa all’interno di una lista circolare dorata, aperta superiormente, caricata dal motto “SUB LEGE LIBERTAS”, in lettere maiuscole lapidarie romane anch’esse dorate; l’area fra le due estremità della lista è occupata dalla corona murata di cinque torri visibili.
Al di sopra dell’aquila, in posizione centrale, il Commissario Capo reca una formella di qualifica.
Il Vice Questore Aggiunto aggiunge una formella in linea orizzontale.
Tre formelle disposte a piramide segnalano il Vice Questore,
Quattro formelle disposte a rombo costituiscono il distintivo di qualifica del Primo Dirigente.
Il Dirigente Superiore e il Dirigente Generale pongono l’aquila d’oro, timbrata dalla grande corona turrita, su due galloni orizzontali dorati sovrapposti , uniti al centro in decusse, ossia ad X. Fra i due galloni, il motto “SUB LEGE LIBERTAS”, in lettere maiuscole lapidarie romane dorate.
Per il Dirigente Superiore è sormontata da una formella.
Per il Dirigente Generale è sormontata da due formelle.