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Francesco Crispi… NON DIMENTICHIAMO CHE QUESTO È STATO

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Vi sembrerà incredibile ma è tutto vero… Francesco Crispi – Presidente del Consiglio dei ministri, ministro degli Esteri e ministro dell’Interno del Regno d’Italia dal 1887 al 1891 e già Presidente della Camera dei Deputati dal novembre del 1876 al dicembre del ’77 – nacque a Ribera, già proprio a Ribera il 4/10/1818 e mori a Napoli l’11/08/1901. Principale esponente del Risorgimento italiano fu un insigne militante mazziniano e poi ex come fu repubblicano ed ex; fu anche esponente della Sinistra Storica nonché fautore della disfatta di Adua dove un massacro coronò la sua sete colonialista ed intestatario della legge marziale impiegata contro i siciliani rivoltosi perché rei di non sopportare le gravose tasse e le angherie subite da tutta la piramide dei latifondisti e dei gabellotti dell’epoca.

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Ma andiamo con ordine: la Sicilia che gli aveva dato i natali dopo essere stata inglobata e non inclusa, nel piano dell’Italia Unita, si era sentita tradita dal nuovo governo nazionale che da una sua idea aveva spinto Garibaldi a quella spedizione dei Mille cui il riberese stesso fece parte promettendo a piene mani ‘terre e libertà’ ed una vita migliore alle classi meno abbienti come gli zolfatari e ai tanti contadini esasperati che stavano perdendo poco alla volta quel potere d’acquisto che coi Borbone riuscivano a mantenere. È stato quello il periodo in cui a livello nazionale ed internazionale i lavoratori stavano cercando di darsi una rappresentanza per difendere e contrattare i propri diritti ridotti al lumicino. I Fasci Siciliani sulla scia di queste esperienze associative tesero a darsi strutture in grado di garantire maggiore forza rispetto ai proprietari terrieri che risultavano ben tutelati dalle prefetture designate/nominate dal governo centrale. I primi fasci si costituirono nel messinese e poi a macchia d’olio interessarono le città più importanti dell’isola sino a richiedere un’organizzazione unica che li rappresentasse e che si costituì a Palermo nei primi anni ’90.

 

I Fasci siciliani nacquero pertanto per organizzare i più deboli senza un vero e proprio obiettivo rivoluzionario anche perché l’analfabetismo di allora non faceva emergere una vera classe dirigente in grado di spingere il governo a cedere alle impellenti richieste provenienti dal basso.

La protesta dilagante di certo aveva allarmato il governo centrale. E Francesco Crispi si preoccupò che in Sicilia potesse nascere un vero e proprio movimento separatista che potesse mettere in forse la fragile Unità d’Italia che lui in prima persona aveva voluto a costo di angherie, soprusi e collusioni con la criminalità meridionale. Il prezzo dell’Unità d’Italia perorata da Crispi, agli occhi di tanti analisti dell’epoca si presenterà come quel pastrocchio che avrà il volto della mafia, della ‘ndrangheta, della camorra, del brigantaggio… e farà esplodere la cosiddetta questione meridionale a cui si sono riferiti in tanti tra cui Salvemini e Gramsci per evidenziare il fallimento di un progetto unitario fatto senza ‘l’oste’ ovvero senza il coinvolgimento dei popoli del Regno delle Due Sicilie’ che si sono sentiti usati ed abusati, specie dopo avere compreso che le promesse garibaldine e crispine non erano altro che fumo negli occhi.

 

Col tempo le verità storiche sfuggono alla storiografia egemone al soldo dei vincitori. I vinti – grazie alla diffusione della stampa – e alle documentazioni parlamentari iniziano a raccontare le loro verità per scoprire ciò che si vuol coprire. Le vie, le scuole, le piazze… del nostro Paese ricordano con una certa enfasi personaggi storici presentati come padri della Patria, ma padri si diventa e non si nasce. Nel periodo fascista non è stato considerato un problema erigere anche statue alla memoria di personaggi che con la loro opera hanno insanguinato la Sicilia. A Palermo alla base del monumento dedicato a Crispi sono raffigurate un’aquila, simbolo della città, che regge il fascio littorio su cui si può leggere la dedica: “Il Governo Fascista a Francesco Crispi – 21 ottobre 1923”. Per comprendere meglio la dedica del Governo neofascista al predecessore mi sovviene il proverbio “Dio fa gli uomini e fra di lor s’accoppiano”.

Francesco Crispi con i suoi atti più che con le parole non ha voluto ascoltare il ‘grido’ che dai contadini agli zolfatari, chiedeva ‘terra’ e ‘pane’: d’altronde era stato lui uno degli ideatori della ‘spedizione dei Mille’ e di conseguenza 30 anni dopo – a quel ‘grido’ ha risposto con la legge marziale e i massacri.

 

Crispi secondo la lettura data da Franco Busalacchi “E’ stato il protagonista delle peggiori truffe in danno del Sud e della nostra Isola, dalla farsesca impresa dei Mille all’imbroglio dell’unità d’Italia, fino alla repressione delinquenziale dei Fasci siciliani, rinnegati e traditi anche dal nascente Partito Socialista. La megalomania di un mediocre politico che si manifesterà in pieno nel disastro di Adua” ed aggiunge riferendosi alle proteste dei fasci in Sicilia Vennero spediti in Sicilia 40.000 soldati, e furono istituiti tribunali militari. A capo delle truppe fu nominato con pieni poteri il generale Morra. L’azione di Crispi, assolutamente incostituzionale e liberticida, si risolvette in un massacro. Rispondendo agli attacchi parlamentari, Crispi si difese appellandosi alla difesa dell’unità nazionale, dato che i rivoltosi avevano, secondo lui, intenzioni separatiste”.

 

La sua indole autoritaria e colonialista, ha portato gli italiani a pagare con la vita (fallimenti coloniali), col sottosviluppo (questione meridionale), con l’isolamento dalla Francia – per le esose tasse doganali introdotte – un prezzo altissimo anche in termini di prestigio internazionale ed interno. La sua miopia politica e la sua arroganza pesano tuttora sulla Sicilia che fatica a risollevarsi a causa di una politica che l’ha relegata a cenerentola dello sviluppo economico, infrastrutturale e democratico… eppure per non dimenticare gli abbiamo dedicato al nostro conterraneo tante vie, scuole… come se volessimo  far finta di niente… nessuno ha visto, nessuno ha sentito… ma in conclusione a questo breve identitario dedicato a Francesco Crispi, mi chiedo: e se le vie, le piazze, le scuole e i monumenti dedicati fossero la giusta memoria per non dimenticare chi ha tradito la sua terra? Chissà cosa ne pensa il lettore che s’imbatte in queste poche righe?

Angelo Vita

(Psicopedagogista – docente di Filosofia e Storia)