Non solo Notizie Primo piano

‘L’ESSENZIALE (del voto) È  INVISIBILE AGLI OCCHI’… ma è proprio cosi?

biowoodheaterpegaso

 

 

COOPERATIVA SANTANNA

Ostia e Sicilia… ha vinto il non/voto. Gli invisibili sono di più rispetto a quelli che concorrono per uno scranno pubblico in rappresentanza anche degli invisibili che se avessero avuto un loro candidato avrebbero vinto a man bassa. Dovrebbero essere loro a designare il Sindaco ad Ostia (votanti 36%) ed il Presidente della Regione in Sicilia (votanti 46%)… ed invece? Le minoranze si fanno maggioranze e le maggioranze si fanno minoranze. Questa, ancora, la chiamiamo democrazia. E se la gente non sopporta un certo linguaggio fatto di insulti, di vaffa, di minacce di morte, di ‘melma’, di offese alle persone come si stesse in un’arena dove ha voce chi grida di più e non chi ha delle idee e, pertanto, decide di astenersi, di non partecipare, di non farsi rappresentare direttamente ma solo indirettamente da gente non delegata a rappresentarla, di chi è la responsabilità? Siamo di fronte allo scricchiolio delle stesse fondamenta della democrazia che faticano a tenere sù un storia recente fatta di delusioni, inganni, promesse mancate… e chi più ne ha più ne metta. Ed è così che la preferenza la si dà al divano, ad una pizza in compagnia, alla partita di calcio, al cinema o ad una passeggiata solitaria dove almeno non si rischia di essere traditi da chi dovrebbe rappresentarti ed invece rappresenta solo se stesso. Conseguenze immediate? ‘Chiù scuru di mezzannotti un po’ fari.

Ma la colpa è tutta di quella minoranza che s’è fatta maggioranza o la maggioranza invisibile ha pure le sue responsabilità? Difficile dare una risposta. I ‘contendenti’ non sono su vasi non comunicanti ma respirano la stessa aria, sia quelli che decidono di farsi rappresentare sia quelli che decidono di rimanerne fuori. Ed allora dove sta il ‘discrimine’ che differenzia gli uni dagli altri? Ma c’è un discrimine? Credo proprio di no. Non c’è discrimine e nemmeno differenza. Chi non va a votare – ha tanti motivi da portare in sua difesa – non è detto che lo fa per questioni morali o perché ritiene che i partiti che dovrebbero rappresentarli non sono all’altezza del compito. Se fossero andati a votare niente di strano che avrebbero confermato il vota dato dai dalla minoranza dei visibili che s’è fatta maggioranza. Il fatto vero, a cui dovremmo prestare più attenzione, è che si è esautorata/esaurita quella spinta, quella aspettativa che costruiva futuro, che aspirava a migliorare l’esistente, che puntava sulle nuove generazioni, sul posto di lavoro, su ideali solidaristici, sulla condivisione di progetti collettivi come la costruzione di scuole, ospedali, infrastrutture…

Tutto ciò che si usura, si sfascia, si rompe, si spezza, si perde, si consuma… tutto ciò che crolla, che frana, che cede… rimane così per un tempo indeterminato… che sia una scaffa, una pozzanghera, un tombino, il ponte Petrusa, la strade dissestate come esa/chimento, arinella… ed ancora la scuola di via dei Mille, don Bosco, quelle in affitto (troppe)… sono tutti ‘motivi’ che ci parlano di quell’esautoramento’ anche della funzione della Pubblica Amministrazione, del potere politico, che ha fatto allontanare la gente, la maggioranza, dal dovere di cittadinanza. È come se, ad un certo punto, ci fossimo trovati di fronte ad un malato terminale senza speranza ed iniziassimo a sperarne la fine.

Questa democrazia al servizio degli imperi finanziari non ha più ‘speranze’ e nemmeno ‘ passioni’ da partecipare. Il partito, i partiti, i movimenti e le coalizioni assumono pertanto il valore delle idee platoniche. Non stanno in terra bensì in cielo, lontano cioè dal quotidiano fatto di strade dissestate, di scuole pericolanti e di prospettive inesistenti. Mentre la politica, alcuni decenni fa, anche in Sicilia, era vista come possibilità collettiva e non solo personale ora è vista come possibilità personale che nella migliore delle ipotesi può diventare collettiva, ma è un ‘concorso’ finalizzato ad assumere la carica da ricoprire per il tempo necessario ad assicurarsi un futuro contributivo personale… se non abbiamo toccato il fondo gli facciamo la corte. Chi viene eletto è come se venisse assunto e la gente – che prima si sentiva rappresentata – è rassegnata, non si aspetta niente, fa semplicemente gli auguri al nuovo ‘assunto’.

Forzando il ragionamento e le situazioni sopra descritte dove possiamo andare a parare? Semplice: le nostre rappresentanze ‘democratiche’ si rassegneranno a gestire il potere che la funzione attribuisce loro per sottostare, ancora di più, al potere finanziario che ha lo scopo di mettere tutti a ‘guinzaglio’ governanti e governati al fine di continuare la sua opera di capitalizzazione che nel tempo e col tempo si è fatta così forte e robusta da non temere alcun contraccolpo. La fine delle ‘ideologie’ ha aperto all’impero finanziario un’autostrada senza limiti di velocità… ed intanto auguriamo agli eletti ‘buon lavoro’… anche a nome di chi non ha partecipato al concorso, pardon al voto.

Angelo Vita – (Psicopedagogista – docente di Filosofia e  Storia)