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Slitta, a data da destinarsi, il referendum sul taglio dei parlamentari del 29 marzo

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Il governo oggi ha preso la decisione su un altro tema caldo del momento, lo slittamento del referendum confermativo sul taglio dei parlamentari, previsto per il 29 marzo 2020. Il Consiglio dei Ministri ha deciso di «sospendere» il referendum, e prendendosi tempo fino al 23 marzo per decidere la nuova data entro la quale tenerlo.

Tra le ipotesi c’è anche quella di fare slittare il referendum per il taglio dei parlamentari per farlo coincidere con le elezioni regionali di maggio, ovviamente là dove sono previste

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La data del 29 marzo è stata considerata troppo ravvicinata, data l’emergenza sanitaria e che impedirebbe una vera campagna referendaria. Le forze politiche fino a ora si sono divise e molti chiedono uno slittamento anche tecnico, di poche settimane.

Una delle ipotesi è abbinare il referendum alle elezioni regionali. Ipotesi respinta da Forza Italia: affermando che si cerca di falsarne il risultato. L’idea, invece del Movimento 5stelle, è di abbinare il referendum sul taglio della rappresentanza parlamentare alle prossime elezioni regionali.

Altri replicano che è inaccettabile: perché svolgendosi solo in 5 regioni e il risultato sarebbe perciò falsato a livello territoriale».Però non specificando perché l’abbinamento falsificherebbe l’esito referendario e che invece il cittadino oltre a risparmiare diversi milioni di Euro, eviterebbero di recarsi alle urne in due diverse tornate e a distanza ravvicinata.

Lo scontro politico sul referendum è stato finora di natura politica. Perché si pensava che in vista di una probabile vittoria del SI al referendum, che taglierebbe di molto il numero dei parlamentari, un’eventuale voto anticipato, cioè una crisi di Governo, porterebbe al rinnovo del Parlamento con le vecchie regole. E in tal caso ci sarebbe un numero superiore di seggi, cioè gli attuali 945 parlamentari (630 Deputati e 315 Senatori) il che potrebbe essere allettante per chi teme di non essere rieletto nelle nuove Camere con un numero di parlamentari parecchio ridotto cioè da 945 a 600 (400 deputati e 200 Senatori)

Ma il diffondersi del coronavirus mette in discussione anche questi giochi politici e al momento è difficile pensare ad una crisi di governo durante un’emergenza nazionale e che non si prevede di rapida soluzione.