Cultura e Spett. Favara

FAVARA TRA CURIOSITA’ E STORIA (parte II)

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Con la liberazione e la caduta del fascismo la democrazia inizia a muovere i primi passi. Nell’anno scolastico 1943-44 viene istituita una SCUOLA MEDIA come sezione staccata  della Giovanni Pascoli di Agrigento per iniziativa del preside sacerdote Giovanni Lentini. La scuola diviene autonoma nel 1953. In piazza capitano Vaccaro si attiva una SCUOLA di AVVIAMENTO INDUSTRIALE, divenuta successivamente seconda scuola media. Una delle preoccupazioni degli americani, che occupano la Sicilia, è quella di nominare delle amministrazioni comunali al posto delle disciolte istituzioni fasciste. A Favara la scelta cade sull’ebanista ANTONIO AMICO, secondo alcuni per plebiscito popolare , secondo altri su indicazione di un interprete di nome Crapanzano, che tiene i contatti con il comando americano presente nel territorio. Amico , oltre ad essere ritenuto un artigiano eccellente , è unanimemente riconosciuto un uomo semplice , onesto e buono d’indole. E’ così onesto che, nel 1967, il Consiglio Comunale ad un’unanimità gli concede una pensione di grazia per contrastare la condizione di povertà dovuta all’impossibilità di lavorare. Anche a Favara viene costituito il Comitato di Liberazione con i rappresentanti delle forze politiche presenti nel paese. Già erano nati il Partito Socialista Italiano , la Democrazia Cristiana, il Partito Comunista,il Partito Liberale, la Democrazia del Lavoro e il Partito d’Azione.  Nel 1946  si svolgono le prime elezioni amministrative , GAETANO GUARINO ,socialista , è il PRIMO SINDACO democraticamente eletto, mentre l’insegnante ROSA MAGRO la prima donna CONSIGLIERE COMUNALE . Guarino , politico onesto e galantuomo, il 16 maggio viene barbaramente  ucciso a pochi mesi dalla sua elezione.  Immola la propria vita sull’altare dell’onestà , della lotta per la conquista economica e sociale del popolo. Non muore la speranza di una Favara migliore.  Gli succede FILIPPO LENTNI , che divenuto nel 1955 deputato regionale  e successivamente membro del governo regionale come assessore ai lavori pubblici trasforma il paese, da paese dimenticato e primordiale  a centro civile e dal volto  nuovo. Nei primi anni del 900 molti favaresi emigrarono oltre l’Atlantico. In questo periodo Favara è un paese prevalentemente agricolo e minerario e tale rimane sino agli anni sessanta. Negli anni successivi alla seconda guerra mondiale  conta 5.500 braccianti agricoli  e quasi 2000 minatori. Le minire più ricche di zolfo sono la “LUCIA e la CIAVOLOTTA”. E’ un periodo storico caratterizzato  da scioperi e vertenze tra lavoratori e proprietari delle miniere. Epocali sono le lotte per la riapertura della miniera “Lucia”, così come non meno rilevanti sono le lotte per l’assegnazione delle terre incolte . Lotte che trovano il successo con la riforma agraria. Gli ANNI SESSANTA sono caratterizzati da un forte FLUSSO MIGRATORIO ,clandestino e non, verso i paesi dell’Europa occidentale  (Germania , Belgio, Francia), fenomeno suggellato dal film “ Il Cammino della speranza “ di Pietro Germi.  Le risorse degli emigranti producono uno sviluppo economico e sociale, mai conosciuto prima , un’esplosione dell’attività edilizia e, indirettamente , la formazione di una manodopera altamente qualificata nel settore delle costruzioni.  Nell’aula di Montecitorio, in seduta comune, i due rami del parlamento  il 15 novembre 1955  eleggono GASPARE AMBROSINI ,uno dei padri della costituente,  primo giudice della Corte Costituzionale, successivamente presidente dell’Alta Corte. Il professore Ambrosini, già deputato dal1948, è una delle figure più luminose di Favara, non solo per l’alta carica a cui è preposto, ma anche per le numerose ed erudite pubblicazioni di carattere giuridico. Il 4  agosto 1956,  diretto dal professore Gerlando Pecoraro, viene pubblicato  un giornale periodico “LA VOCE di FAVARA”. L’amministrazione comunale, presieduta dal’onorevole Filippo Lentini,  il 29 dicembre 1957 delibera per la somma di dieci milioni l’acquisto del CASTELLO CHIARAMONTE.  Alle elezioni amministrative del 1958 si vota con il sistema proporzionale . Dopo oltre un decennio di amministrazioni di sinistra , la Democrazia  Cristiana conquista la maggioranza , viene eletto sindaco il professore GENARO AMATO . Periodo che coincide con i finanziamenti  dell’onorevole FILIPPO LENTINI, assessore regionale ai lavori  pubblici , che trasformano il paese dotandolo della rete idrica , fognante ed elettrica , nonché la pavimentazione di tutte le arterie della città compresi i vicoli e i cortili. Gli scioperi  e le manifestazioni dei minatori determinano la rimozione dei proprietari dalle miniere di zolfo , i quali  vengono espropriati delle miniere ,anche se indennizzati dalla Regione Siciliana , il cui governo di centro – sinistra , con Filippo Lentini  assessore all’industria , costituisce nel dicembre del 1962 l’ENTE MINERARIO SICILIANO, con l’obiettivo di risanare e rilanciare  l’attività industriale e nello stesso tempo dare dignità e sicurezza ai lavoratori del settore. Siamo negli anni sessanta, prima nella Regione Siciliana ,poi a Roma nasce un rapporto di collaborazione tra democratici cristiani socialisti, si da vita al primo governo di centro – sinistra. A Favara il 18 ottobre 1964 il socialista Antonio Licata viene eletto sindaco con un’amministrazione di CENTRO – SINISTRA. Viene aperta la sezione staccata dell’ISTITUTO MAGISTRALE “R. Politi” di Agrigento per iniziativa  di Angelo La Russa, che successivamente diventa deputato regionale e membro del governo della regione. Vengono attivate ,inoltre, una SCUOLA PROFESSIONALE e una COMMERCIALE. E’ un periodo di fermento politico. I partiti al loro interno hanno particolari travagli. Il dottor Stefano Urso e il professore Biagio Lentini insieme ad altri amici, sostenuti da don Giuseppe Seggio, parroco della chiesa di San Vito  e dalla locale sezione delle ACLI, danno vita al MOVIMENTO LAVORATORI CRISTIANI, lista civica che riporta un eclatante successo alla elezioni amministrative del novembre del 1966. Si susseguono diverse amministrazioni. Mentre in tutta Italia spira l’aria del ’68 francese, caratterizzata da proteste  e occupazione di scuole e università da parte degli studenti, a Favara vengono rilasciate dal comune centinaia di licenze edilizie prima che la legge Gui-Mancini in materia di costruzioni , ritenuta da molti restrittiva, entri in vigore. Il perimetro del centro abitato si espande e si allarga in poco tempo a macchia d’olio  non tenendo conto di fattori ambientali e paesaggistici.  Ma il fatto più grave avviene negli anni successivi con l’abusivismo edilizio. Il 5 maggio del 1969 all’imbrunire ,nella centralissima via Umberto, viene ucciso don GIUSEPPE SEGGIO, sacerdote dell’azione e della contemplazione. Ad un tratto un temporale improvviso inonda la strada lavando il sangue dell’innocente , come se il cielo abbia voluto partecipare al dolore, piangere, accomunarsi alle lacrime della gente. Nello stesso anno  Favara calcio con l’UNIONE SPORTIVA FAVARA, il cui presidente è l’onorevole Filippo Lentini, è presente nel campionato di seconda categoria. Nel 1971 il consiglio comunale delibera l’acquisto del terreno per la costruzione dello STADIO COMUNALE.  Finalmente ,con il dottore Pietro La Russa sindaco,  nel 1975 Favara ha il PIANO REGOLATORE GENERALE, anche se con l’abusivismo selvaggio il piano l’avevano già fatto i cittadini. Il 16 luglio del 1976, dopo il trionfo del Partito Comunista Italiano per il rinnovo del Parlamento, il professore CALOGERO ALBA persona colta , onesta e illibata , esponente di rilievo del comunismo locale è eletto sindaco della città. Il 20 giugno del medesimo anno ANGELO LA RUSSA  è eletto deputato regionale per la Democrazia Cristiana. Nel 1978 esce il quindicinale SUD- OVEST  col titolo in rosso a stigmatizzare l’appartenenza alla sinistra. ROSARIA CHIANETTA,detta Sara, il 29 agosto 1984 è la prima donna a ricoprire la carica di assessore comunale. Per iniziativa dell’onorevole La Russa nella seduta consiliare del dicembre 1989, il Consiglio Comunale delibera l’accensione di un mutuo di dieci miliardi di lire per la costruzione dell’IMPIANTO SPORTIVO POLIVALENTE, una delle poche meravigliose strutture del mezzogiorno  che meriterebbe maggiore attenzione e cura. Dopo tre legislature alla regione siciliana ANGELO LA RUSSA  nelle elezioni politiche del 1992 per il rinnovo del parlamento è eletto deputato nazionale. Cambia la legge elettorale riguardante le elezioni amministrative , il sindaco viene eletto direttamente dal popolo . A ricoprire la carica di primo cittadino con la nuova legge nel 1993 è il professore GAETANO  SANFILIPPO, mentre  a presidente del Consiglio Comunale viene eletto il dottore CARMELO VITELLO. Nel 2001  GIUSEPPE INFURNA viene eletto deputato regionale , mentre nel 2008 lo diviene ANTONINO BOSCO, detto Nino. Egli e un altro favarese TONINO MOSCATT, dal 2013  occupano due scanni nel parlamento nazionale. Nelle elezioni amministrative del giugno 2016 ad essere eletta sindaco della città è una donna : l’avvocatessa ANNA ALBA. Con gli anni settanta e ottanta Favara perde la sua identità. Non è più un grosso centro minerario e agricolo. Le miniere sono state chiuse, l’agricoltura entra fortemente in crisi, l’imprenditoria locale  è scomparsa, le rimesse degli emigrati sono un lontano ricordo. Alcuni giovani intraprendenti per sopperire alla crisi hanno avviato attività commerciali dando vitalità e dignità al vecchio centro del paese riqualificando anche alcuni palazzi ottocenteschi, che con l’iniziativa del notaio Bartoli  “FARM CULTURAL PARK” sono diventati un’attrattiva per turisti e giovani dei centri viciniori.  Aumentano i diplomati e i laureati. La CULTURA ENTRA IN OGNI FAMIGLIA. Ma Favara  vive i drammi di tutti i paesi del Sud e della Sicilia in particolare. Riparte l’emigrazione . Il tasso di disoccupazione è molto elevato. Moltissimi giovani “cervelli” ( medici, tecnici, economisti e studiosi di valore) si dirigono verso il Nord e verso i vari continenti. Restano le pensioni degli anziani e gli stipendi di un ceto medio sempre più povero. La classe dirigente di questo paese, insieme a chi lo amministra, dovrebbe riflettere e discutere per vedere come far vivere la popolazione di un grosso centro come Favara.

Biagio Lentini

COOPERATIVA SANTANNA