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LA SOLITUDINE? …è un MIniSTERO

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COOPERATIVA SANTANNA

Ultim’ora ed era ora. “La premier britannica, Theresa May, ha annunciato la nomina di un “ministro per la Solitudine” per affrontare quella che definisce «la triste realtà della vita moderna» che colpisce milioni di persone. Il ruolo sarà ricoperto da Tracey Crouch, attualmente ministro per lo Sport e la Società civile, nell’ambito di un’ampia strategia per combattere la solitudine. «Per troppe persone la solitudine è la triste realtà della vita moderna», ha dichiarato May, aggiungendo che intende «affrontare questa sfida per la nostra società». In Gran Bretagna oltre 9 milioni di persone, su una popolazione di 65,6 milioni, dichiarano di essere sempre o spesso sole”. Sento che sia una notizia più che sensazionale fondata su un modello di società fallimentare. È

C’è voluta la May per diagnosticare un malessere che le società opulente hanno tenuto a guinzaglio fintanto che hanno potuto. L’istituzione di un ministero ad hoc per contrastare la SOLITUDINE è la presa d’atto che il modello socio-economico finanziario improntato sull’idea maschilista della forza e dell’efficientismo ha minato dalle fondamenta l’essenza stessa del vivere civile. La SOLITUDINE non è altro che una reazione diffusa, in tutto l’occidente post/tecnologizzato, dal falso benessere dato dalla produttività, dall’efficientismo a tutti i costi e da una certa repulsione all’inclusività dei meno abbienti, da troppo tempo, marginalizzati rispetto ai luoghi/spazi d’integrazione a pagamento. La SOLITUDINE ha assunto i caratteri di una vera e propria condizione che interessa tutte le generazioni dai più giovani ai più anziani e trova il suo ‘humus’ tra quanti – davvero tanti – vivono forme di disagio esistenziale o comunemente etichettato come depressione, attacco di panico, ansio, fobia, tossicodipendenza o semplicemente dipendenza da soluzioni quali il gioco d’azzardo, lo shopping… ed altro ancora.

Constatato che non è possibile nascondere la polvere sotto il tappeto di una società che arranca, sento che la proposta della May sia da accogliere per la sua onestà e per il suo alto valore umano ed etico. Prendere atto del fallimento di un modello che affonda le sue radici nella rivoluzione liberista e liberale inglese e poi esportata in quasi tutto il mondo, specie dopo il crolla del muro di Berlino, è un atto davvero esemplare che non può rimanere isolato o passare sotto silenzio. La Gran Bretagna, rispetto agli altri Stati europei ha avuto il pregio di anticipare delle soluzioni che poi hanno fatto da battistrada… Il re d’Inghilterra Giovanni Senzaterra (John Lackland),  nel XIII secolo, verso la fine del suo regno, a seguito di una rivolta baronale fu costretto alla sigillatura, alla firma della Magna Carta, un documento che talvolta viene considerato il passo iniziale nell’evoluzione della costituzione del Regno Unito, in quanto sottopone anche il Re alla Legge… pertanto faremmo bene a prendere sul serio l’iniziativa della May perché prima o poi anche noi in Italia ci dobbiamo interrogare per cercare un antidoto alla SOLITUDINE e all’emarginazione di chi viene ritenuto fuori/mercato perché abbandonato dalle grazie del dio/denaro.

Evidentemente sarebbe semplice per il nostro Paese fare un copia e incolla e somministrare agli italiani la stessa terapia della May in modo da sentirsi meno in colpa per le nefandezze perpetrate negli anni da chi avrebbe dovuto tutelarci ma che di fatto ci ha svenduti coi ‘saldi’, come fossimo di ‘fine stagione’, a quelle istituzioni preposte a gestire la SOLITUDINE /DISAGIO dei nostri familiari non più idonei a donare il sangue alle sanguisughe che prendono le sembianze delle comunità a doppia diagnosi, delle quelle comunità psichiatriche  ‘postbasaglia’, delle case famiglie… ma, in tal caso, mancheremmo di originalità. L’Italia, non dovrebbe limitarsi a ciò, ha il dovere di mettersi in cammino per ricercare, in proprio, soluzioni che abbiano uno sguardo lungo… mi riferisco ad una scommessa per convertire il disagio esistenziale e la SOLITUDINE in occasione/opportunità per invertire la marcia dando la precedenza all’uomo per quello che è, per le sue passioni, le sue emozioni, che si nutrono di radici e d’appartenenza, di relazioni e di condivisioni e non di comparazione e di sopraffazione.

Tradotto: mi farebbe piacere che iniziassimo a convertire la psichiatria da disciplina asservita alle case farmaceutiche, e pertanto sottomessa ad una certa medicina accondiscendente alla cronicizzazione del disagio ontologico utile a rimpinguare il bancomat del dio/denaro, a disciplina al servizio di chi sente che dal disagio esistenziale si può essere accompagnati a viversi un nuovo punto di vista più vicino alla vita attraverso la costruzione di luoghi/spazi in cui il malessere possa convertirsi in benessere attraverso interventi che tendino ad armonizzare i diversi codici che sottostanno alla vivibilità della vita nel rispetto dell’individualità di ciascuno e non della cosiddetta normalità pre/ordinata, pre/stabilita  e regolamentata dalle industrie farmaceutiche che controllano i meccanismi del potere determinando ciò che è normale e ciò che (per loro) normale non è.

La salute di tutti passa dalla salute di ognuno come la libertà di tutti passa dalla libertà di ciascuno. E se la vita è movimento, è dinamicità, è cambiamento, è occasione… non è possibile che debba essere kundalinizzata, in una sorta di entanglement (aggrovigliamento) che si sciolga con la morte. Chi fonda il proprio intervento sulla cronicizzazione dell’anormalità ovvero sulla messa in trattamento chimico di coloro che vivono un disagio e vengono considerati fuori/norma non può avere futuro… ed una società che si ritiene o vuol ritenersi civile prima o poi dovrà fare i conti col malessere dei propri figli che sono il frutto del malessere dei loro padri che a loro volta sono il risultato di quel modello disumano che ha investito tutto sul dio/denaro dimenticando l’essenza stessa dell’umanità che in fondo siamo.

Angelo Vita

(Psicopedagogista – docente di Filosofia e Storia)