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Scuola. Mancato rinnovo art.59. Presenti anche i corsisti dell’VIII Corso di specializzazione per le attività sul sostegno dell’Unikore di Enna

 

A ridosso del Concorso Ordinario, indetto dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara, che si sta svolgendo in questi giorni, una grave stortura si sta attuando nei confronti dei numerosi corsisti della Specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità frequentanti l’VIII Ciclo.  Infatti, con il mancato rinnovo dell’art. 59, il presupposto dell’immissione in ruolo 2024/2025 dei numerosi docenti precari specializzati sul sostegno, si aggrava ancora di più. Questo calvario, che scuote una futura classe scolastica che si sta in questo momento formando professionalmente ed umanamente (che in molti casi si somma ai numerosi anni di servizio prestato da precari della scuola) al fine rendere sempre più efficace l’inclusione degli studenti con bisogni educativi speciali, sta registrando una tristissima pagina di storia scolastica Italiana. Ed infatti, sono tanti gli specializzandi sul sostengo che si stanno ribellando, protestando e manifestando dalle Alpi al All’Etna. Avvalendosi anche dei social, è partita una vera e propria catena umana accomunati dallo slogan “# art.59. No al precariato”. E proprio sabato scorso, 16 marzo, una rappresentanza dei corsisti di ogni ordine e grado dell’Unikore di Enna hanno voluto far sentire la loro voce.

L’obiettivo è quello di essere stabilizzati dopo il conseguimento di questo titolo, al fine di evitare la discontinuità didattica dei nostri alunni e la creazione di ulteriore precariato storico che inciderà fortemente nella presenza di cattedre scoperte attribuite infine a persone non specializzate e possibilmente incompetenti”. Inizia così l’intervento degli specializzandi dell’Ateneo Ennese.

“Nonostante il Ministero avesse bandito un nuovo concorso, noi dell’VIII ciclo Sostegno non abbiamo avuto la possibilità di parteciparvi come Sostegno. Inoltre siamo stati anche esclusi dai corsi abilitanti.  A queste due procedure non siamo stati inseriti neanche con riserva. Quindi, la non applicazione dell’art. 59, che aveva scopo iniziale di tipo straordinario, ci inserisce in un limbo dal quale non possiamo uscire e che crea ulteriore precariato nonostante l’acquisizione di un titolo importantissimo e molto formativo per l’attività di docente di Sostegno. Infine, l’aver creduto in un percorso di studi tutto italiano, forse è stato uno sbaglio e questo ci ha penalizzati. Se avessimo scelto magari di conseguire il titolo all’estero, forse adesso avremmo ottenuto il ruolo. Queste credo concludono i professionisti dell’istruzione-  siamo le principali motivazioni finalizzate sia alla riapplicazione dell’art. 59, sia di una qualsiasi altra norma che dia la possibilità a noi corsisti italiani di essere stabilizzati”.

Per completezza di informazione, riprendiamo l’ambiguità del passaggio legislativo, tratto dal sito di Orizzonte Scuola.

“La legge 178/2020 aveva introdotto un meccanismo di tutela, prevedendo l’immissione in ruolo dei docenti di sostegno tramite graduatorie aggiornate biennalmente. Tuttavia, il Decreto Ministeriale 259/2022, firmato dal Ministro Bianchi, che delineava una procedura straordinaria di reclutamento, non è stato mai pienamente attuato.

La mancata attuazione del DM 259/2022 e l’approccio temporaneo adottato per l’anno scolastico 2023/24 hanno lasciato i docenti in una situazione di incertezza. La procedura straordinaria ex art. 59, prevista solo temporaneamente, non garantisce una soluzione duratura”. (FONTE ORIZZONTE SCUOLA).

Tale appello non può rimanere inascoltato da un governo che paventa concorsi su concorsi al fine di annullare il precariato nella scuola.