Politica Primo piano Sicilia

Un sasso nello stagno turbolento dei vaccini obbligatori

biowoodheaterpegaso

 

 

COOPERATIVA SANTANNA

L’inizio dell’anno scolastico 2017-2018, in Italia, inizia con traumi, incertezze, parapiglia e disfunzioni, con gravissimi disagi per genitori e operatori scolastici e con in mezzo le vittime innocenti che sono i bambini che non capiscono il perché di tutto questo caos.

Ma cominciamo dal giorno in cui il Governo in carica decide, a luglio c.a., che l’Italia, i bambini italiani e gli operatori scolastici, devono essere obbligati a subire prima 12, poi diventati 10, vaccini, subito, prima che inizi l’anno scolastico, come se in Italia ci fosse una emergenza sanitaria immediata per cui servivano subito iniziative per debellarla.

Ma nulla di tutto questo, per cui sembra sospetta già la premura, come se iniziare le vaccinazioni obbligatorie con l’anno scolastico successivo potesse essere causa di epidemie incontrollate.

Giorno 28 luglio 2017 La Camera ha approvato il cosiddetto “decreto vaccini”, o “decreto Lorenzin” con 296 voti favorevoli e 92 voti contrari e 15 astenuti.

Il decreto legge di fatto rende possibile l’iscrizione agli asili nido e alle scuole materne ai soli bambini vaccinati e impone sanzioni economiche per i genitori che decideranno di iscrivere i loro figli non vaccinati alla scuola dell’obbligo, quindi dalla primaria in poi.

Il decreto legge è stato voluto per contrastare il calo della copertura vaccinale in Italia, cosi dice il Ministro della Sanità Beatrice Lorenzin.

L’obbligo vale per l’iscrizione agli asili nido e alle scuole materne, dunque nella fascia d’età 0-6 anni, ma riguarderà, con modalità diverse, anche le scuole elementari, medie e i primi due anni delle superiori, fino cioè ai 16 anni.

Le vaccinazioni che diventano obbligatorie «in via permanente» sono:

antipolio, antidifterica, antitetanica, antiepatite virale B, antipertosse, antiHaemophilus influenzae di tipo b.

Altre 4 vaccinazioni sono invece obbligatorie «sino a diversa successiva valutazione» dopo una verifica triennale e dunque fino al 2020. E sono: antimorbillo, antirosolia, antiparotite, antivaricella.

La legge prevede che siano esonerati dall’obbligo i bambini immunizzati per effetto della malattia naturale, quelli cioè che l’hanno già contratta, o quelli che si trovano in particolari specifiche condizioni cliniche: in questo caso la vaccinazione potrà essere posticipata.

Per i dieci vaccini obbligatori non saranno necessarie dieci punture, ma ne basteranno due: sei vaccini potranno essere somministrati insieme, con l’esavalente (anti-poliomielite, anti-difterite, anti-tetano, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilus Influenzale tipo b), e altri quattro potranno essere somministrati con il quadrivalente (anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella).

Le sanzioni annuali per chi iscrive un figlio non vaccinato a scuola: andranno da un minimo di 100 euro a un massimo di 500 euro.

La nuova legge prevede poi l’istituzione dell’anagrafe vaccinale che monitora le attività del Servizio Sanitario Nazionale e nella quale saranno registrate tutte le persone vaccinate, da sottoporre a vaccinazione e le dosi somministrate. Nella nuova legge si prevede infine l’autocertificazione per gli operatori scolastici, gli operatori socio sanitari e gli operatori sanitari sulla copertura vaccinale. Tutte le vaccinazioni obbligatorie saranno gratuite, ma saranno le regioni a farsene carico, obbliga il Governo Nazionale ma il carico economico è delle Regioni che chiudono ospedali, reparti e servizi per mancanza di fondi, tradotto vuol dire l’ennesimo taglio ai trasferimenti verso le Regioni.

Nel panorama europeo delle vaccinazioni sono due le scuole di pensiero a confronto, da una parte c’è quella dell’informazione, della consapevolezza e della libera scelta razionale e dall’altra quella dell’obbligatorietà, dell’imposizione e della costrizione per legge.

Così è divisa l’Europa fra queste due indirizzi:

Senza obbligo di legge                  Con obbligo di legge

Austria,  Romania                                                    Lettonia (14), Bulgaria (11)

Belgio,  Spagna                                                         Bulgaria, Polonia (11)

Danimarca,  Svezia                                                  Slovacchia, Repub. Ceca (10)

Finlandia,  Scozia                                                     Italia (10)

Germania,  Malta                                                     Croazia, Slovenia (9)

Islanda,  Inghilterra                                                 Grecia (4)

Irlanda,  Lituania                                                     Francia (3)

Lussemburgo,  Cipro                                               Ungheria (1)

Olanda,  Estonia

Norvegia,  Portogallo

In questa mappa dei paesi che si affidano a campagne di informazione e di quelli che impongono l’obbligo vaccinale, fra parentesi il numero di vaccini obbligatori. L’Italia fa bella mostra di se nel mezzo di quello che fu l’ex blocco sovietico, insieme alla Francia ma con solo 3 vaccini obbligatori.

Fonte: European Centre for Disease Prevention and Control

Secondo studi l’obbligo rafforza l’azione dei no-vax e favorisce la loro penetrazione persuasiva.

In Germania non solo è lo stato che ha scelto il percorso della libera scelta ma ha introdotto l’obbligo, questo si, di informarsi.

Il Parlamento Tedesco ha approvato la legge che obbliga i genitori a presentarsi in un centro medico specializzato per fare un colloquio e ricevere una consulenza sul tema, con multa per chi non si presenta.

Anche in Svezia, dove la copertura supera il 96%, i genitori no-vax vengono chiamati, anche più volte, a colloqui individuali nei centri di medicina preventiva per discutere con gli esperti dei rischi e dei benefici dell’immunizzazione. Il sistema svedese promuove un clima di dialogo e non prevede coercizioni, praticare procedure mediche su un paziente non consenziente è vietato dalle leggi.

Ma pure in Austria l’obbligo vaccinale interferirebbe con il diritto all’integrità della persona garantita dalla loro Costituzione.

In Norvegia dove la copertura va dal 91 al 100%, a seconda del vaccino, la libertà di scelta è alla base della cultura di questo popolo.

Da noi? Oggi una seduta all’ASP dura solo 10-15 minuti, giusto il tempo per una breve anamnesi e l’iniezione. Per informare e consigliare un genitore scettico serve almeno un’ora, ma il problema è nei costi, mentre troviamo i miliardi di euro per le banche non li troviamo mai per la salute dei cittadini.

I vaccini, sul piano medico, sono una straordinaria scoperta scientifica, nessuno prova a negarlo.

Ma la guerra non può essere tra pro-vax, perché questi hanno debellato malattie o sono diventate rare, e che avevano causato milioni di morti e gravi disabilità, e i no-vax, che sostengono che effetti collaterali o reazioni avverse, anche se in alcuni casi rarissimi, possono essere causa di gravi conseguenze in soggetti sani. Si ha voglia di dare percentuali dello zerovirgola, sui casi di reazioni avverse, ma chi va a raccontarlo alla famiglia di un bambino nato sano ma ammalatosi a causa dei vaccini che questo è l’obolo da pagare per la salute di tutti?

Ma se lo slogan della comunità scientifica e della politica è che i “vaccini sono sicuri” perché allora c’è una legge del 1992 che riconosce “danni permanenti da Vaccini obbligatori”? perché allora il “Decreto Lorenzin” stanzia per quella voce 1,4 milioni di euro se non c’è rischio? E perché si chiede il consenso informato sui vaccini se non sono a rischio e non si ha altra scelta? Come si fa a sapere se un bambino a soli tre mesi è allergico a qualcosa? Chi prova a saperne di più scopre che la scienza è divisa.

Ecco che allora, non solo non deve esserci una guerra, perché a tutti va lasciata la liberta di come tutelare la salute dei propri bambini, ma che bisogna puntare sulla informazione perché una campagna ben fatta sulla sensibilizzazione è sempre più efficace della coercizione, e non si capisce perché il cittadino dovrebbe abbandonare la consapevolezza per l’obbligo, serve informazione e convincimento delle famiglie piuttosto che imposizione, su un tema così sentito e delicato. Informare sui rischi e benefici, la questione è tutta qui “come qualsiasi altro intervento medico, anche i vaccini comportano non solo benefici, ma anche rischi” dichiara l’immunologo Alberto Mantovani.

Non servono due schieramenti arroccati su posizioni rese inconciliabili dalla virulenza dello scontro. Chi accenna a un rischio del vaccino è uno antiscientista, chi fa notare che i vaccini salvano milioni di vite viene sommerso di complotti e teorie su Big Pharma.

Ma la fiducia in aziende e camici, specie in Italia, è minata da troppi casi di corruzione.

Troppe sono le inchieste giudiziarie che hanno colpito le case farmaceutiche da Washington a Tokio, da Bari a Verona, da Torino a Milano. Per corruzione, associazione a delinquere e comparaggio, il reato di chi offre incentivi in cambio di prescrizioni. Un’accusa contestata a più riprese anche in Italia. Tutto questo contribuisce a creare diffidenza verso la “scienza” nei cittadini, quando questa è troppo compromessa con un mercato dai meccanismi poco chiari.

“La fretta con cui il Decreto è passato getta ombre imbarazzanti sulla trasparenza” dichiara Gianluigi paragone e aggiunge “i dubbi sono la forza dei giganti e chi parla con i lemmi arroganti del potere non sono dei giganti della medicina ma solo dei sacerdoti”.

Quindi, a mio parere, si ai vaccini, free-vax, ma nella libera scelta in libera informazione di esperti dei rischi e dei benefici, con libertà di decidere sulla salute dei propri figli. É chiedere troppo?