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MAI PIU’ COSI’…

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Ragazzi fidatevi delle vostre appartenenze… Mamma e papà in primis gli altri vengono sempre dopo. Fate attenzione alle avvisaglie che ci sono sempre. Un uomo è tale solo s’è cresciuto dentro… Un gesto di questa inaudita violenza ci parla di un infante/dismaturo. Chissà cosa avrebbero da dire i suoi genitori in merito… Certe mancanze educative ed affettive è raro che possano colmarsi da sole. In questo caso a pagarne le conseguenze purtroppo è stata questa ‘figlia’ che insieme piangiamo.

Fermarsi a queste considerazioni senza approfondirne le cause non è sufficiente. In questi casi tutti chiediamo una spiegazione che sembra non esserci e che invece c’è. Si spera, ovviamente, che la giustizia faccia il suo corso indagandone a fondo le cause. Da parte nostra se conoscessimo meglio il ragazzo che si è macchiato di questo indicibile crimine tutto sarebbe più semplice… Ma così non è, per cui possiamo procedere formulando delle ipotesi supportate dalle neuroscienze e da nostre intuizioni derivanti da competenze teorico-prassiche maturate negli anni.

COOPERATIVA SANTANNA

L’uomo, da migliaia di anni a questa parte, non si è per nulla evoluto, ma ha avuto, semplicemente, l’elasticità/pregio di adattarsi ad ogni condizione geostorica cosa impossibile  x i  ‘cugini’ animali che necessitano del loro habitat per sopravvivere. Per noi vivere ai poli del pianeta o in un’isola sperduta nell’oceano è solo un problema di adattamento, mentre per le altre specie animali è un problema esistenziale di vita o di morte. Dove sta la differenza? È risaputo che loro vivono secondo il predominio bio-organico dell’istinto e noi secondo quello della ragione. È il pensiero che ci permette di adattarci e di trasformare i nostri impulsi in soluzioni anche diverse da quelle originarie. Un impulso sessuale per un animale è destinato alla procreazione, per l’uomo invece può essere sublimato nell’arte, nelle professioni, nel fare il missionario…

Succede che nei primi sei mesi di vita quando nell’uomo prendono corpo le cosiddette MAPPE AFFETTIVE  e COGNITIVE, se queste non vengono ben alimentate/nutrite dal rapporto madre/figlio – direbbe Winnicott – creano dei vuoti che se non visti e colmati subito (molto prima dei sei anni di cui parlava Freud) ci possono accompagnare per l’intera nostra esistenza. Come dire: si viene a creare, utilizzando un termine caro a Massimo Recalcati, la cosiddetta ‘OSSIFICAZIONE DEL VUOTO’, ossia quella mancata crescita che viene a  cronicizzarsi per creare nella nostra parte inconscia, o bio-organica, una sorta di lacerazione con la quale si potrebbe convivere tutta la vita sino a che fatti specifici particolari non la fanno esplodere, dando sfogo ai cosiddetti raptus. Immaginiamo (è un’ipotesi dicevamo), che il rapporto del ragazzo, di cui sopra, con la madre non sia stato nutrito a sufficienza, non sarebbe insensato pensare che nella fidanzata lui cercasse prima la madre (la convivenza prima dell’omicidio) per poi disfarsene per l’emersione di quel mancato soddisfacimento affettivo desiderato e mai ricevuto. Tale ipotesi ha la pretesa di darci l’idea di come sia possibile che fatti così abominevoli possano coinvolgere ragazzi o pseudo-adulti in carriera.

È lecito pensare quindi che la professione o le competenze acquisite attraverso lo studio o l’esperienza debbano essere lette come delle precarie SOLUZIONI aventi la stessa consistenza dei castelli di sabbia. Se così non fosse come faremmo a spiegarci i casi di pedofilia tra i prelati? Persone apparentemente integerrime con ferite aperte dentro mai cicatrizzate. Questa lettura è data dal bisogno di razionalizzare una forma di ‘pazzia’ che trova in ‘scene primarie’ familiari il vulnus per comprendere al fine di prevenire. Certo che la relazione di coppia – non solo tra giovani – vive un periodo di turbolenze che vanno meglio approfondite per sapersi ‘difendere’ e nel contempo migliorarle. Relazioni/rapporti naturali che ci hanno accompagnati sin dalla notte dei tempi sono andate in crisi.

Il mutamento antropologico, che abbiamo registrato dal dopoguerra in poi, ha reso le nuove generazioni molto più fragili, tanto da preferire relazioni e rapporti online o con oggetti (merci) soggettivizzati, anziché con le persone in carne ed ossa che richiedono impegni che spesso non si riescono a mantenere e/o sopportare. Quando nell’altro si cerca un riempimento vuol dire che si è ‘fragili’… lì è necessario lavorare sulle ‘fragilità’ per presentarsi già forti e compiuti. L’altro/a dovrà aggiungersi e non riempire le parti vuote. Quando si vogliono riempire i vuoti il rischio è la fine dello sciacquone. Si toglie il negativo, per poi tirare nuovamente lo sciacquone per altro negativo. Da negativo a negativo sino all’OSSIFICAZIONE di un’esistenza vuota perché mai davvero svuotata. Ragazzi la vita è un dono sacro… abbiamone preventivamente cura.

Prof Angelo Vita

(Docente di Filosofia e Pedagogista Clinico)