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Riceviamo e pubblichiamo. Erika Bruccoleri: “…Semu ricchi e unnu sapemu!!!”

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Famiglia, amici, sole, mare e cibo buono. Cieli brillanti, pietre dorate, vento fresco, palme verdi e prati arsi. Nonne amuruse, cugini piccoli sempre più grandi e amici che assicurano sempre una sana risata.

Metti poi una giornata fuori porta, alla scoperta di una Sicilia ancora sconosciuta in buona compagnia e la formula della felicità è assicurata.

COOPERATIVA SANTANNA

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Chi? Io, Federica, Angelica, Salvatore, Giancarlo e Alessio…la squadra già testata, ottima.

Dove? Sambuca di Sicilia, piccolo borghetto dell’entroterra agrigentino eletto borgo dei borghi 2016.

Quando? Quale occasione migliore delle vacanze di natale.

Si parte martedì mattina, orario comodo e se non dopo una meravigliosa colazione al bar a base di sfogliatelle alla ricotta e caffè. Sotto l’attenta sorveglianza di Alessio (uomini che non si fidano delle donne al volante), Angelica è la nostra autista d’eccezione. Con un “jeeppino” sette posti, sulle note del cd dei grandi successi anni 70/80 di suo padre, ci porta a zonzo per l’agrigentino. Partiti!

Il bello di viaggiare in macchina da passeggero è godersi il paesaggio. Percorriamo una delle strade che ho imparato ad amare in questi anni di via vai verso gli aeroporti siciliani, quella verso Trapani. Provo a descrivertela, chiudi gli occhi e seguimi: scivoli verso nord-ovest, costeggiando il Mediterraneo. Attraversi la rotonda Giunone, vigilata dall’alto dalla Valle dei Templi. Più avanti sulla sinistra c’è la casa di Pirandello. Corri sotto il cupolino del duomo di Siculiana e dopo poco ti lasci guardare da due meravigliosi casali in pietra sulla cime di una collina ricoperta di uliveti. Superi la zona di Giallonardo e Torre Salsa, che riconosci per i fianchi delle montagne i cui sali brillano al sole e il mare sta lì in fondo, fermo, azzurrissimo e calmo. Arrivi a Ribera e

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verdi e scuri aranceti prendono il sole ai lati della strada. Imbocchi l’uscita per Sciacca, ti lasci il mare alle spalle e vieni inghiottito dalla campagna siciliana. Si alternano terre scure e campi verdi. Vedi alcuni uomini nei vigneti intenti a prendersene cura e la luce ti acceca. Ecco adesso respira e sorridi, un paradiso si è steso ai tuoi piedi.

Ti sei innamorato anche tu di questo percorso? Certo che si, che domande!!!??? Ora continuo a parlarti della gita…

Primo stop al Lago Arancio. Il mio primo lago in Sicilia. E’ un bacino d’acqua artificiale abbracciato da colline verdi, non troppe alte. Una passerella con un casotto all’estremità sta in piedi sull’acqua. Spartana e affascinante. Amo quei manufatti dell’uomo che si inseriscono nella natura con disinvoltura e gentilezza, senza disturbare. E’ come se fossero sempre stati lì. Come se quel posto li avesse generati naturalmente. Ci guardiamo intorno. Verde e uccelli bianchi sul pelo dell’acqua. Risate come colonna sonora e una frase ricorrente “semu ricchi e unnu sapemu”. Quanta bellezza intorno a noi, forse troppa bellezza, che a pensarci meglio è immeritata!!! Ma ce la siamo goduta ugualmente!

Arrivati a Sambuca, percorriamo le viuzze del quartiere saraceno. Assistiamo ai preparativi del presepe vivente. C’erano le pecorelle, gli asinelli e le galline (Angelica in estasi). Tra le viuzze ogni casa aveva il suo nome siciliano e arabo, casa del ciuciuliu, casa dell’arricriu, tanto per citarne alcuni.

Ogni tanto trovavamo il portone di qualche palazzo aperto e scoprivamo bellissime corti. Il tufo giallo è la pietra padrona del paese. Doratissima sotto il sole invernale, fa del borgo un quadro dorato, rinfrescato dal cielo brillantissimo e dai rampicanti e gli alberi di mandarino per le strade.

Risalito il corso principale, arriviamo in una piazza aperta che domina il borgo dall’alto e che guarda da tutti i lati la campagna, che scende ripida intorno a lei. A chiuderla, come il perfetto finale di una storia, ci sta una trabeazione classica, che incornicia, proprio come fosse un quadro, un pezzo di Sicilia bellissimo. E qui abbiamo perso il conto di quante foto abbiamo fatto.

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Poi la fame ha cominciato a farsi sentire prepotente. Troviamo un posto carinissimo appena fuori il paese. Cibo meraviglioso e che sapeva di casa. Abbiamo avuto qualche problemino con le porzioni, enormi, ma siamo sopravvissuti con soddisfazione: antipasto rustico di ricotta fresca, caponata, peperoni arrosto, frittate miste, trippa al sugo, formaggi semi stagionati e salumi.

Ognuno di noi ha preso un primo diverso, così non ci siamo fatti scappare l’occasione di assaggiare tutto: busiati con gamberoni e pesto di mandorle e pistacchio, risotto radicchio e speck, pappardelle e ravioli alla cernia. I vini buonissimi, poi l’amaro per digerire e cheesecake artigianale per concludere (che gioia stare in Sicilia). Insomma siamo stati a tavola per ore senza nemmeno accorgercene, riscaldati dal sole oltre la vetrata. Alla fine il titolare, gentilissimo e cordiale, ci ha suggerito di vedere il presepe vivente di Contessa, un altro piccolo paesino lì nei dintorni. Così partiamo di nuovo e avventurandoci campagne campagne, curve e salite scopriamo uno tramonto bellissimo: un cielo rossissimo su colline nere, morbide e silenziose ci ha accompagnato fino a destinazione.

Fatti i conti con stradine troppo strette per il jeeppino di Angelica, parcheggiamo e scopriamo questo paesino, mai sentito nemmeno nominare prima, ma molto carino e immerso in una bella

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atmosfera natalizia. Concludiamo il giro assaggiando spingiuna, muffulette con la ricotta (quelle che facciamo noi a Favara sono più buone) e formaggio fresco.

 

Stanchi e un po’ appesantiti ci rimettiamo in macchina e dopo qualche incertezza su quale fosse la strada giusta del ritorno, decidiamo di fare uno stop in aperta campagna, completamente immersi nella notte, per ammirare un cielo stellato che è impossibile goderselo in città. Insomma magia: con il naso all’insù, Salvatore ci ha fatto da Cicerone astronomico, mostrandoci Venere, il Carro Maggiore e Minore e la Via Lattea e qualche altra stella di cui ho già dimenticato il nome (memoria da criceto la mia).

 

Insomma sono rientrata a casa felice. Ho trascorso una giornata con un gruppo di amici bellissimo, diversissimi tra di noi, ma amalgamati alla perfezione. Abbiamo visto una piccola parte di Sicilia nascosta e sconosciuta e ci siamo riproposti di ripetere l’esperienza, alla volta di qualche altra bellezza siciliana, le prossime volte che Senza titolo-6saremo di nuovo tutti in terra sicula.

Beh che dire, dovremmo tutti tenere a memoria i giorni in cui si realizza di essere felici e fortunati: gli amici che ridono, la campagna fuori dal finestrino, il cielo sereno e il sole che ti scalda la vita…

 

…Semu ricchi e unnu sapemu!!!

Erika Bruccoleri

Nota – Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di Favaraweb