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Il libro di Calogero Castronovo riaccende la polemica sui partigiani favaresi

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La recente presentazione del libro dello storico locale Calogero Castronovo “Favara tra presunti sovversivi, confinati politici, spie dell’Ovra”, con cui ha cercato di fare luce su chi dei favaresi ha veramente tentato di contrastare il regime fascista, ha riacceso una vecchia polemica sui veri o supposti partigiani favaresi. La polemica, in particolare, si è sviluppata attorno al nome di Calogero Pullara che, secondo Castronovo, documenti alla mano, in un particolare periodo della sua vita fu un confidente dei servizi di intelligence del regime.

“Per non offendere la memoria dei veri partigiani – dice Castronovo -, bisogna precisare che Calogero Pullara, dopo avere abbracciato l’idea comunista, tanto da essere in rapporti con Cesare Sessa subendo anche un arresto ad Agrigento come sovversivo essendo un sostenitore della rivoluzione armata, nel 1934 fu assunto dalla polizia politica del fascismo come spia dell’Ovra con un assegno mensile di 1500 lire. Le sue “confidenze” furono talmente apprezzate tanto che la sua paga fu elevata a lire 6000 mensili. Il Pullara trasmise alla polizia politica fascista ben 178 relazioni sull’attività di antifascisti e anarchici.

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L’11 luglio 1946, concluso il ventennio mussoliniano, presentò ricorso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, commissione per l’esame dei ricorsi confidenti Ovra, per ottenere la cancellazione del suo nome dall’elenco dei confidenti, ricorso che venne respinto dalla stessa commissione il 7 aprile 1948”.

Per Castronovo è necessario ripristinare la verità storica, ricorrendo ai documenti piuttosto che “al sentito dire”, per tenere alto l’onore non solo dei partigiani che hanno immolato la loro vita per conquistare quella libertà di cui oggi tutti noi godiamo ma anche di quegli antifascisti che furono traditi dalle prezzolate spie dell’Ovra. “E’ con troppa superficialità – aggiunge Castronovo – che si è inserito nell’elenco dei partigiani Calogero Pullara il cui nome è ospitato anche nella lastra posta nell’aiuola del monumento ai caduti di piazza Cavour”. A dare ragione allo storico locale una recente corrispondenza tra il presidente della sezione Anpi di Favara, Carmelo Castronovo, e Valerio Bruni dell’Anpi di Roma che conferma che dalle carte esaminate la questione è chiara nel senso che “Pullara fu confidente dell’OVRA