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Vittime di femminicidio. Dopo l’intervento della Questura, stravolto il programma per ricordare Lorena Quaranta

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Vittime di femminicidio. Dopo l’intervento della Questura, preoccupata per eventuali assembramenti, stravolto il programma della manifestazione per ricordare Lorena Quaranta. La cerimonia si è tenuta per pochi intimi alla presenza delle sue colleghe del corso di medicina.

Si è tenuta, ma in modo diverso da come era stata programmata, la cerimonia che era stata fissata per questo pomeriggio per ricordare tutte le vittime di femminicidio e, in particolare, Lorena Quaranta, la giovane aspirante medico favarese uccisa il 31 marzo scorso, a mani nude, dal suo fidanzato nell’abitazione di Furci Siculo che i due avevano preso in affitto. L’intervento della Questura che, temendo la difficoltà di assicurare il distanziamento sociale, ha ritenuto che la manifestazione non potesse avere luogo, ha stravolto il programma visto che non si è celebrata la messa mentre lo svelamento della panchina rossa in piazza Cavour è avvenuto alla presenza di pochi intimi, soprattutto familiari, e delle compagne del corso di laurea in medicina della sfortunata ragazza che si sono presentate tutte indossando il camice bianco, quello che a Lorena non è stato permesso. Non è intervenuto il rettore dell’ateneo palermitano Salvatore Cuzzocrea, avvisato mentre era in auto per raggiungere Favara. La cerimonia si è svolta in tarda serata facendo cadere il velo che copriva la panchina rossa e liberando in aria decine di palloncini bianchi. Per l’occasione è intervenuto il professore Francesco Cordova, genovese, che, nel 2013, aveva tenuto lezioni a Lorena Quaranta fortemente intenzionata a superare i test per l’ingresso in medicina, facoltà da anni a numero chiuso. Cordova ha letto uno struggente messaggio che la ragazza gli aveva inviato al superamento dell’esame manifestando la sua ferrea volontà di diventare medico nell’arco dei sei anni del corso universitario. L’idea della panchina rossa era stata lanciata dall’università della terza età “Empedocle” fatta propria dalla famiglia e, in particolare, dal papà Enzo e dallo zio Matteo Fiorenza che, con l’architetto Andrea Crapanzano hanno condiviso il progetto che ha previsto anche un’aiuola tempestata di fiori (opera degli Lsu alle dipendenze del Comune) e un disegno realizzato dall’artista Sergio Criminisi riportato su una lastra di acciaio che raffigura Lorena Quaranta avvolta dall’abbraccio della sua città. Non sono mancate le autorizzazioni concesse dal sindaco Anna Alba occupandosi uno spazio pubblico. Il tutto è stato collocato all’interno del piccolo spazio verde che si affaccia sulla biblioteca comunale “Antonio Mendola” nella centralissima piazza Cavour.

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